In isolamento per Covid, va al bowling e viene fermata: ma al processo il giudice la assolve
Da un controllo dei carabinieri a Borgo è partita la denuncia contro una 36enne di Cherasco: “Ma avevo fatto il tampone a casa ed ero negativa” ha spiegatoUn’uscita serale per vedere quello che era allora il suo “flirt” - oggi i due convivono - è costata un processo a una donna di Cherasco, sorpresa dai carabinieri di Borgo San Dalmazzo nel parcheggio del bowling. La sua colpa, essere uscita di casa pur essendo positiva al Covid: l’anno era il 2022, epoca di greenpass e di isolamento obbligatorio.
Ma l’accusata, all’epoca 36enne, sosteneva di essere ormai negativa, pur non potendolo dimostrare: “Mi è stato riferito che non potevo uscire perché in quarantena, io non ne sapevo niente” ha detto al giudice, dopo aver ribadito che i test a casa li aveva già fatti e che erano risultati negativi. Lo proverebbe anche una foto, inviata via cellulare a un amico proprio quella sera, che lei però sostiene di avere poi cancellato per sbaglio. “Alla sera avevo piacere di vedere il mio compagno, con cui stavamo iniziando a frequentarci” ha spiegato. Perciò aveva preso l’auto e lo aveva raggiunto a Borgo, dove l’uomo si trovava insieme ad alcuni amici: nel parcheggio, intorno all’una e trenta di notte, erano stati notati da una pattuglia e controllati. Era il 31 marzo, a rigore - in assenza di un tampone negativo “ufficiale” - lei sarebbe dovuta rimanere a casa fino al 4 aprile: “Sono stata qualche giorno isolata, ogni tanto provavo a fare il test perché i sintomi sono andati via subito” ha riferito.
All’esito dell’istruttoria è stato il pubblico ministero Davide Fontana a chiedere l’assoluzione dell’imputata: “Il reato è consumato ma tenuto conto della particolarità del fatto, e della legislazione dell’epoca che si può definire ‘straordinaria’, il disvalore delle condotte è praticamente zero”. Per la difesa, l’avvocato Domenico Cavallaro ha ricordato: “C’è stato un susseguirsi di provvedimenti, proprio a cavallo della vicenda - il 1 aprile - entravano in vigore nuove normative sull’isolamento e le tempistiche che davano la possibilità di fare il tampone da soli per uscire dalla quarantena”. In ogni caso, ha aggiunto legale, non c’era alcuna “offensività”: “In casi di persone sorprese addirittura su un treno o in bici, dove c’era già stato un tampone negativo è stato ritenuto insussistente il reato”. Oltre a ciò “l’isolamento doveva essere comunicato, ma non c’è prova di questo e che la persona abbia avuto piena contezza anche del periodo in cui veniva prescritto”.
Il giudice Lorenzo Labate ha infine pronunciato sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.
Andrea Cascioli
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