L'ex assessore regionale Roberto Rosso: "Non ho mai pagato per pacchetti di voti"
Le dichiarazioni di fronte al pm Paolo Toso. L'ex FdI fu arrestato nel dicembre del 2019 nell'ambito dell'inchiesta “Fenice-Carminius” sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nel Torinese"Sono affetto della sindrome bipolare, alterno momenti 'up' a quelli ‘down’. Nei momenti di euforia le campagne elettorali erano la mia droga". È stato introdotto da questa dichiarazione spontanea l'interrogatorio dell'ex assessore regionale Roberto Rosso di fronte al pm Paolo Toso, nell’ambito del processo “Fenice-Carminius” sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nel Torinese. Rosso è stato arrestato nel dicembre 2019 ed è accusato di voto di scambio politico-mafioso. A riportare le sue parole è l’Ansa.
"Ho letto e riletto le ordinanze in cui mi si accusa e da un anno e mezzo mi chiedo come possa essere finito in una situazione del genere - ha proseguito l’ex assessore, ora ai domiciliari dopo circa cento giorni in carcere - . Durante l'interrogatorio ero uscito con una battuta infelice: 'Sarò da perizia psichiatrica’, dissi. Grazie al percorso di psicoterapia che da quel momento il Tribunale mi ha concesso di fare, ho capito che sono affetto da disturbo bipolare”.
Secondo quanto sostenuto dall'accusa l’ex esponente di Fratelli d’Italia avrebbe avuto contatti con soggetti legati alle cosche calabresi, che avrebbero chiesto il pagamento di 15 mila euro in cambio di un pacchetto di voti per le elezioni regionali del 2018: "Io non ho pagato 15 mila euro e non ho mai pagato per pacchetti di voti. Mi chiedo ancora oggi come io sia finito dentro questa vicenda", ha detto Rosso.
Redazione
CUNEO Roberto Rosso