La multa per il mancato pedaggio arriva alla persona sbagliata, ma alla fine nessuno “paga”
Come guidatore era stato indicato un camionista ignaro di tutto. Il giudice ha assolto l’unico imputato, perché non è possibile capire chi abbia fornito i dati falsiIl falso c’è stato, ma il colpevole è ormai impossibile da individuare. Per questo motivo il tribunale di Cuneo ha assolto un imprenditore napoletano 46enne, P.C., titolare di un’azienda di autotrasporti, dall’accusa di falso ideologico.
L’uomo era stato rinviato a giudizio dopo un accertamento della Polstrada di Cuneo su un verbale di contestazione per il mancato pagamento di un pedaggio autostradale, risalente al luglio del 2017. L’infrazione era stata commessa al casello di Castelletto Stura ma le immagini riprendevano il veicolo da dietro, senza inquadrare il guidatore. Per questo gli agenti avevano richiesto al titolare del mezzo di fornire il nominativo del conducente, a cui sarebbero stati tolti i punti.
Nel gennaio successivo quest’ultimo era stato indicato nella persona di un camionista 59enne di nazionalità rumena. I punti erano stati decurtati sulla sua patente, ma l’uomo aveva chiarito in seguito la propria estraneità: a quel tempo, fra l’altro, aveva già sostituito la patente rumena i cui dati erano stati indicati alla Polstrada con una italiana. In tribunale il camionista ha spiegato di aver effettuato un solo trasporto per la CHP Team di Casalnuovo di Napoli, la ditta di cui P.C. era legale rappresentante. In quell’occasione aveva fornito i suoi documenti “a un certo Gennaro”, qualificatosi come responsabile per la sede di Torino.
“È certo che qualcuno in possesso dei documenti, all’interno del CHP, ha effettuato una comunicazione falsa. Non c’è prova però che sia stato l’imputato” ha concluso il pubblico ministero Luigi Dentis al termine dell’istruttoria. L’avvocato Marco Cavallini, difensore dell’imputato, ha evidenziato: “La società a cui è stata contestata la multa è una cooperativa, soggetta a un forte turnover di dipendenti sia tra gli autisti che in amministrazione. Nei confronti di P.C., che porta avanti una realtà con 60 dipendenti, non è emersa alcuna riferibilità riguardo al fatto che sicuramente è avvenuto”. Il giudice Marco Toscano ha quindi assolto l’imprenditore.
a.c.
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