La provincia di Cuneo è la più sicura del Piemonte
Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza analizzati dal Sole 24 Ore, la Granda si colloca al 98° posto su 106 nella classifica delle province più pericolose d’ItaliaSi sente sempre più parlare dell’aumento di criminalità a Cuneo, della poca sicurezza che si percepisce in certe zone anche centrali della città, della malavita diffusa. Eppure, secondo l’indice della criminalità stilato dal Sole 24 ore in base ai dati del dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno riferiti al 2022, la provincia di Cuneo si trova al 98esimo posto su 106 nella classifica generale italiana delle province più pericolose, con 2.415,4 denunce ogni 100mila abitanti. È la provincia più sicura del Piemonte e la quarta – dopo Sondrio, Treviso e Pordenone – se si considera tutto il nord Italia.
Nella graduatoria del Sole sono presenti una serie di reati, come furti, omicidi volontari, violenze sessuali, con la relativa classifica delle province italiane per incidenza del reato e poi c’è una classifica generale che si ottiene facendo la media dei punteggi dei vari indicatori. In nessuno degli indicatori la provincia di Cuneo si trova nella top tre delle zone più pericolose. Lo stesso vale per quasi tutto il Piemonte, ad esclusione di Torino che è la prima provincia italiana per truffe e frodi informatiche, per danneggiamenti e la seconda per rapine in esercizi commerciali, e per Asti che è la prima per rapine in abitazioni.
In generale, considerando tutta l’Italia, nella classifica finale nei primi tre posti ci sono, come è prevedibile, province con grandi città. Al primo posto c’è quella di Milano, seguita da Rimini e da Roma. A livello regionale, invece, la provincia peggiore è il Torinese (sesto posto a livello nazionale), poi la provincia di Novara (34esimo), Asti (57esimo), Alessandria (63esimo), Verbano Cusio Ossola (69 esimo), Vercelli (75esimo) e Biella (79esimo).
La situazione nella provincia Granda
I reati per cui la provincia di Cuneo si colloca in alto nella classifica sono l’omicidio colposo, in base al quale è 18esima in Italia su 106, e lo sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, per cui si trova al 23esimo posto (con 3,3 denunce ogni 100mila abitanti). Sono dati che, al contrario di come si potrebbe pensare e percepire dall’esterno, indicano un’incidenza elevata del reato in provincia. È bene notare però che il posto in classifica per l’ultimo reato è sceso rispetto allo scorso anno.
Ci sono altri indicatori che collocano il Cuneese nelle prime 50 province italiane. Primo tra tutti il furto nelle abitazioni per cui la Granda si trova al 26esimo posto con 289 denunce ogni 100mila abitanti. La zona si caratterizza anche per un elevato numero di denunce per incendi, per cui ottiene il 31esimo posto. Numerose anche le truffe e frodi informatiche, che fanno guadagnare al cuneese il 48esimo posto. L’ispettore superiore Corrado Busano, comandante della sezione cuneese della Polizia Postale, aveva confermato in un’intervista a luglio la presenza di molte truffe online nella nostra zona, dicendo che il loro lavoro si concentrava per l’80% sulle truffe in rete.
Tendenzialmente, se si analizza la posizione in classifica in base agli altri reati, la Granda non va quasi mai oltre l’80esima posizione, fatta eccezione per i tentati omicidi (64esimo posto) e danneggiamenti (62esima posizione). Tra le eccezioni si collocano anche la produzione e il traffico di stupefacenti, che fa guadagnare a Cuneo il 53esimo posto, l’usura, per cui ottiene la 54esima posizione, le rapine in pubblica via (69esimo posto) e le associazioni a delinquere (74esimo posto).
Per numero di omicidi volontari consumati, violenze sessuali, minacce, percosse, lesioni dolose, furti (di ciclomotore, auto in sosta, motocicli, in abitazioni e in esercizi commerciali), rapine, estorsioni, riciclaggio e impiego di denaro, contraffazione di marchi e prodotti industriali, non scende mai sotto l’80esimo posto. È bene notare che per alcuni reati l’incidenza delle denunce si attesta a zero. In particolare, non ci sono state denunce per rapine in banca, associazioni di tipo mafioso e contrabbando.
Sicuramente il Cuneese è cambiato molto in questi ultimi decenni. Come è normale e auspicabile che sia si è ingrandito, arrivando a ospitare più attività commerciali, cittadini e anche giovani grazie alla diffusione delle università sul territorio. È indubbio che certe zone della città abbiano bisogno di un’attenzione maggiore da parte dell’amministrazione e di una riqualifica, che in parte grazie ad alcuni progetti in atto sul territorio sta avvenendo o si presuppone avverrà di qui ai prossimi anni. In generale però, nonostante si senta spesso parlare di degrado e poca sicurezza in particolare in quest’ultimo periodo, i dati dicono che il Cuneese è tra le zone italiane più sicure. E questo dato è confermato anche dalla classifica “Qualità della vita” - stilata sempre annualmente dal Sole 24 ore - che analizza le migliori città in cui vivere in Italia. Grazie a un punteggio elevato raggiunto negli indicatori ricchezza e consumi, ambiente e servizi e giustizia e sicurezza, la Granda è reputata la 36esima provincia migliore in cui vivere a livello nazionale.
Micol Maccario
CUNEO criminalità