'La scomparsa di Davide Damilano ci lascia nella più totale costernazione'
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Gianna Gancia in ricordo del cinquantunenne deceduto in un incidente stradale a CavallerleoneRiceviamo e pubblichiamo il comunicato di Gianna Gancia, in ricordo di Davide Damilano, cinquantunenne scomparso in un incidente stradale domenica sera a Cavallerleone.
La tragica, improvvisa scomparsa di Davide Damilano lascia nella più totale costernazione chiunque abbia mai avuto a che fare con gli studi di lingua, letteratura e civiltà piemontese. La sua morte sopraggiunge proprio ad un giorno dal convegno dedicato al grande maestro di vita e di civiltà, Camillo Brero, al quale Davide, come una delle figure più cospique della compagine letteraria piemontese, avrebbe dovuto partecipare. Mentre per studiosi come Camillo Brero, Tavo Burat, Giuliano Gasca Queirazza, Gianrenzo Clivio, Barba Tòni Bodrìe, il dolore è stato grande, ma confortato almeno dal pensiero che si erano spenti dopo una lunga vita dedicata alla filologia, alle belle lettere, alla docenza, qui il dolore della comunità piemontofona è davvero incolmabile: Davide era giovane ancora e dopo la scomparsa delle grandi figure della civiltà letteraria, ne aveva riempito il posto con assiduità di studi, con instancabile opera di docenza volontaria, con presenza costante a tutti i convegni, a tutte le manifestazioni, a tutte le riunioni di coloro che davano energie e risorse allo studio della ricchissima tradizione ancestrale.
Davide era insegnante di rare doti didattiche e di sicura competenza, amato da tutti i suoi scolari, studenti e conoscenti. Era progressivamente entrato nel novero degli studiosi che contribuivano agli altissimi livelli scientifici del Centro Studi Piemontesi. Ma, soprattutto, Davide era un modello di vita dedicata al prossimo con un senso dell’abnegazione, della totale dedizione, della più rara purezza di costumi e di vita.
Quello che rende più acutamente dolorosa la sua improvvisa scomparsa è proprio questa carica di umanesimo e di umanità che noi tutti prendevamo come esempio senza mai esserci chiesti da dove gli veniva tanta energia spirituale. Uomo dolcemente modesto, si era aperto un varco non solo nel campo degli studi prediletti, ma anche e soprattutto nel cuore e nella considerazione di quanti lo conoscevano. Il mondo degli studi piemontesi contava su di lui, soprattutto su di lui, per tenere desta la gioventù che avrebbe dovuto reggere alla perdita di tanti illustri maestri di vita e studiosi di lingue e di letterature. Senza di lui sarà molto difficile trovare forze, competenze e virtù alternative. Come persona profondamente impegnata nella lotta per la conservazione dei valori ancestrali e della lingua millenaria della nostra gente mi unisco a tutti quanti, oggi, ne compiangono sbigottiti la sua scomparsa e so che, pur nella sofferenza che la sua morte inevitabilmente ci causa, mi impegnerò ancora più tenacemente perché i suoi ideali di umanità e di civiltà letteraria e cristiana prosperino nel tempo.
Questo e tanto altro dobbiamo a Davide Damilano.
Gianna Gancia
Redazione
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