L’“orinatore seriale” ci ricasca: questa volta la condanna è per stalking condominiale
Già sanzionato per essersi denudato sul balcone e aver orinato in strada a Borgo, il 42enne maghrebino si è ritrovato di nuovo davanti al giudice per minacce ai viciniIl giudice era lo stesso, l’accusato e il contesto della vicenda anche. A cambiare, in questo caso, solo le imputazioni: non più atti osceni in luogo pubblico e lancio di oggetti, ma stalking condominiale e minaccia.
A.Z., 42enne marocchino di Casablanca, residente a Borgo San Dalmazzo, è un soggetto noto per le sue intemperanze nei confronti dei vicini di casa. A gennaio di quest’anno era stato processato e condannato per un paio di episodi risalenti al 2020. In quell’occasione la denuncia era partita dopo un lancio di bottiglie dalla sua abitazione in via Roma, a una cinquantina di metri da una scuola elementare e da un parco giochi. Atteggiamento tutt’altro che infrequente per lui, a detta di una ex vicina di casa: “Era successo altre volte che buttasse cose dal balcone, gridava ‘romeni di m…, ti arrangio’ e minacciava. Non ricordo se quel giorno si fosse tirato giù i pantaloni, sicuramente lo ha fatto in altre occasioni: si calava i pantaloni e orinava. Una volta se li è calati davanti a mia figlia di dieci anni, c’ero anch’io e l’ho fatta subito rientrare in casa”.
Per un’altra denuncia presentata dai vicini il maghrebino è tornato a processo la scorsa settimana. Questa volta la Procura ha contestato un’imputazione più grave, dal momento che le condotte reiterate del soggetto avevano generato un grave timore in una coppia per l’incolumità loro e della loro stessa figlia. In diverse occasioni, hanno riferito, sarebbero state pronunciate frasi come “ti pianto tre coltellate nella pancia, io arrivo da Casablanca, non ho paura, ti accoltello”, o anche “ti uccido, ammazzo te e tutta la tua famiglia”. Almeno due gli episodi durante i quali A.Z. avrebbe brandito coltelli, urlando “ti uccido” ai vicini. Un’analoga minaccia armata è stata denunciata da un’altra persona, non residente nel palazzo.
Il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto per l’imputato la pena di un anno di carcere, sottolineando la precedente condanna definitiva per un episodio di resistenza a pubblico ufficiale commesso a Milano nel 2021: “Non ha capito nulla e ha voluto continuare a delinquere” ha affermato il rappresentante dell’accusa. Per la famiglia che abitava di fianco a lui quelle condotte erano all’origine di un perdurante stato di timore: “Si spaventavano quando vedevano la sua luce accesa, nessuno sarebbe uscito mentre lui era sul pianerottolo”. Oltretutto, ha aggiunto una delle persone offese, il maghrebino avrebbe preso l’abitudine di “tirare colpi alla nostra porta tutte le volte che entrava e usciva”. Svariati gli interventi dei carabinieri per una vicenda di cui era stato interessato perfino il sindaco.
Il giudice Elisabetta Meinardi ha ritenuto provate entrambe le imputazioni e ha condannato il 42enne a un anno e quattro mesi di reclusione, con la revoca della sospensione condizionale come richiesto dall’accusa.
a.c.
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