Lucro grazie a un'associazione 'No profit': denunciato il presidente
Richiedeva capi di abbigliamento alle case di moda per organizzare iniziative in favore dei disabili, ma li rivendeva nel suo negozio. Una truffa da 100 mila euroNei giorni scorsi i Finanzieri della Tenenza di Fossano hanno concluso un’articolata attività di polizia giudiziaria che ha portato alla denuncia del presidente di un’associazione cuneese “No profit” che per anni si è occupata di assistenza a ragazzi disabili. L’associazione, costituita per scopi benefici e di solidarietà sociale, secondo le indagini delle Fiamme Gialle è stata di fatto utilizzata dal presidente quale personale fonte di guadagno grazie alla vendita dei capi di abbigliamento ricevuti in dono per scopi di beneficenza.
Nello specifico l’associazione ha richiesto, per anni, a note case di moda dei capi di abbigliamento da destinare alla vendita nell’ambito di fiere di beneficenza ed eventi vari; il presidente avrebbe dovuto poi utilizzare l’intero ricavato per l’organizzazione di iniziative a favore dei disabili ed iniziative ludiche. Data la finalità nobile e di alto valore morale, negli anni le case di moda hanno donato gratuitamente all’organizzazione “no profit” oltre 75 mila capi di abbigliamento, che tuttavia sono stati in gran parte rivenduti dal presidente dell’ente nel proprio negozio, generando guadagni per oltre 100 mila euro, a scapito dei ragazzi disabili assistiti ed in totale evasione d’imposta.
Al presidente è stato pertanto contestato il reato di truffa ed altre violazioni di carattere fiscale. Attesa altresì la mancata presentazione del rendiconto annuale previsto dalla legge per le associazioni “no profit” e considerato l’effettivo scopo di lucro perseguito, è stata inviata un’apposita segnalazione all’Agenzia delle Entrate al fine di provvedere alla cancellazione della stessa dal Registro delle Organizzazioni di Volontariato, e quindi disconoscerle i previsti benefici fiscali. A far scattare le indagini è stata una segnalazione pervenuta alla Compagnia Carabinieri di Savigliano i quali hanno proceduto ad informare la Procura della Repubblica che ha poi delegato il Reparto ad effettuare ulteriori e precisi approfondimenti.
c.s.
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