Maltrattamenti all’ex moglie, due anni di pena per un 32enne di Cervasca
Secondo la donna all’origine delle violenze ci sarebbe stata la droga: “Un giorno l’ho trovato a sniffare in bagno, da quel momento il rapporto è cambiato”Si è chiuso con una condanna a due anni per maltrattamenti il processo contro un artigiano oggi 32enne di Cervasca.
L’uomo era stato denunciato dalla moglie dopo tre anni di convivenza e la nascita di un figlio. La donna affermava che nel corso del 2017 il marito, in almeno un paio di occasioni, avesse usato violenza su di lei. Una prima volta in estate quando - arrabbiato per non aver trovato il pranzo in tavola - avrebbe lanciato un coltello verso il divano sul quale la compagna stava giocando con il bambino, provocandole un taglio. Pochi giorni prima di Natale, in quello stesso anno, un’altra discussione degenerata in atti violenti avrebbe convinto la giovane ad abbandonare l’abitazione comune: “Lui mi scriveva, promettendomi un nuovo inizio. Sono tornata dopo tre settimane ma non è cambiato nulla: dopo pochi giorni sono ricominciati gli insulti, le assenze continue, i rientri a casa ubriaco o strafatto di cocaina”.
Sarebbe stata proprio la dipendenza dagli stupefacenti a compromettere il rapporto tra i due, incominciato attraverso Facebook. La giovane sosteneva che dopo la nascita del bambino il marito “aveva cominciato a uscire di casa sempre più spesso ed era nervoso, finché una sera, a inizio 2017, l’ho trovato a sniffare cocaina in bagno. A partire da quel momento il nostro rapporto è cambiato. Mi insultava quasi ogni giorno dandomi dell’obesa, offendeva i miei genitori davanti al bambino. Quando gli ho detto che sarei tornata da mia madre se le cose non fossero cambiate, ha minacciato di ammazzarmi”.
L’ultima esplosione di rabbia, a febbraio 2018, aveva portato alla rottura definitiva: “L’ho visto rientrare barcollante, mentre giocavo col bambino. Diceva di essersi fatto di morfina e ha preso a pugni il box della doccia, poi ha iniziato a urlare contro nostro figlio dicendogli che doveva smettere di stare sempre con la madre e mi ha aggredita”. La ragazza era scappata per le scale insieme al bambino, scrivendo a sua madre perché avvisasse i carabinieri. Poi la denuncia e la scelta, questa volta definitiva, di chiudere la relazione. “Per un periodo sono continuati i litigi e le minacce, ora invece non ci sentiamo più se non per i suoi incontri con il figlio” ha affermato in aula l’ex compagna, aggiungendo: “Ho deciso in seguito di rimettere la querela, ma solo per il bene del bambino”.
Il procedimento tuttavia è continuato d’ufficio. La sorella dell’imputato, assistito dagli avvocati Omar Blanc e Alessandro Ferrero, ha ammesso di sapere che suo fratello aveva fatto uso di alcol e droga in passato ma ha negato di aver mai assistito a litigi di coppia: “È un grande lavoratore e non è un padre disinteressato, non ha mai fatto mancare nulla al bambino. La sua ex moglie non lo aiutava e non lo stimolava, anche perché era molto più ‘tranquilla’ nella vita sociale”. Per l’imputato, ritenendone provata la responsabilità, il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto la condanna a due anni e tre mesi.
a.c.
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