Maltrattamenti, la Procura scagiona l’allevamento di maiali denunciato da Selvaggia Lucarelli
L’associazione animalista Essere Animali aveva diffuso le immagini nel 2023. Ai gestori, però, sono arrivate una multa e l’ingiunzione a migliorare alcuni aspettiSi è chiusa con la richiesta di archiviazione da parte della Procura l’indagine per maltrattamento e abbandono di animali a carico di un allevamento suinicolo della pianura cuneese, fornitore del consorzio Prosciutto di Parma dop.
L’autorità giudiziaria, attivatasi nel giugno 2023 dopo la denuncia dell’associazione animalista Essere Animali, ha ritenuto insussistenti le accuse. “Il percorso non è stato del tutto infruttuoso” sottolineano gli animalisti, evidenziando come l’Asl abbia riscontrato comunque alcune criticità nella gestione dell’allevamento. I controlli dell’ente sanitario hanno portato all’applicazione di una sanzione amministrativa di poco inferiore ai 4mila euro e all’imposizione di alcune prescrizioni.
In particolare, l’Asl ha riscontrato, tra le altre cose, la necessità di migliorare la gestione e la fornitura di materiale manipolabile per gli animali. Per Essere Animali “si tratta di un elemento particolarmente importante non solo perché è previsto dalla legge, ma anche perché la carenza di arricchimenti ambientali adeguati impedisce agli animali di esprimere i propri comportamenti naturali e, come conseguenza, porta al taglio routinario della coda, una pratica dolorosa ancora largamente diffusa anche in quelle aziende che si fregiano di marchi di ‘benessere animale’”.
“Purtroppo, - aggiungono gli attivisti - non si è potuto applicare sanzioni anche per le immagini che mostravano le scrofe tristemente confinate in gabbia, perché si tratta di una pratica di allevamento permessa dalla normativa. È stato però prescritto l’uso di pedane per agevolare la discesa dalle gabbie senza più rischiare scivolamenti e cadute, come mostravano chiaramente le immagini che abbiamo diffuso, ma gli animali continueranno comunque a passare quasi metà della loro vita in gabbia tra gravidanza e allattamento”.
La denuncia era stata supportata dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, prestatasi come voce narrante del video in cui un lavoratore “sotto copertura” documentava alcune prassi stigmatizzate dagli animalisti. Nelle immagini si vedevano scrofe e suinetti colpiti con un bastone e pinze metalliche, un operaio che sopprime un suinetto sbattendolo in un cancelletto di una gabbia parto, scrofe confinate in gabbie così piccole da impedire loro ogni movimento, mutilazioni senza anestesia, movimentazioni violente.
Ancora oggi, sostiene Essere Animali, la stragrande maggioranza dei marchi analizzati nel dossier “Aziende sotto osservazione” continua a mantenere condizioni non adeguate per scrofe e maiali: “Su otto, solo uno ha un impegno ad abbandonare le gabbie e anche per il taglio della coda le cose non vanno molto meglio, con un unico marchio che si è impegnato a eliminarlo in tutti i suoi prodotti e altri tre che hanno preso solo un impegno parziale sulla loro linea premium legata al benessere animale”.
Redazione

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