Mattoni e sassi sulle auto a Busca e San Benigno, trovati i responsabili
I carabinieri annunciano novità investigative sugli episodi che avevano destato allarme nel Cuneese lo scorso febbraio: i teppisti colpivano da un’auto in corsaSi annunciano importanti novità investigative dai carabinieri riguardo ai lanci di sassi e mattoni su auto in corsa che lo scorso febbraio erano stati denunciati nel comune di Busca e nella frazione cuneese di San Benigno (su quest’ultimo episodio indaga la Questura).
Nella mattina di domani, mercoledì 1 giugno, i comandi dell’Arma aggiorneranno la stampa sugli sviluppi dell’indagine. C’è riserbo per ora tra gli inquirenti, ma sembra che la svolta sia arrivata con l’identificazione dei presunti responsabili: si tratterebbe di incensurati, alcuni dei quali sarebbero destinatari di misure cautelari.
I lanci erano avvenuti tutti nell’arco di una stessa notte di follia, dal finestrino di un’auto in corsa contro il parabrezza di veicoli che provenivano in direzione opposta. Il primo lancio si era verificato a San Benigno, in via Villafalletto, verso l’una e dieci, il secondo dieci minuti dopo a San Chiaffredo di Busca, all’altezza della BioFruit Service di via Laghi di Avigliana. Poco dopo, sempre a San Chiaffredo, una terza vettura era stata colpita nell’area della rotonda del Famila. Un “tiro al bersaglio” che solo per un caso fortuito ha lasciato illesi gli attoniti occupanti delle altre auto.
La memoria va ad uno dei più tragici episodi di questo genere, avvenuto ormai più di venticinque anni fa a Tortona, lungo l’autostrada Torino-Piacenza. A morire era stata una donna di appena 31 anni, la marchigiana Maria Letizia Berdini, colpita da un sasso di oltre due chili mentre viaggiava come passeggera sull’auto guidata dal marito. La “banda dei sassi della Cavallosa”, dal nome del cavalcavia sul quale si trovavano, era composta dai fratelli Paolo, Alessandro e Franco Furlan e dal cugino Paolo Bertocco, giovani tra i 18 e i 25 anni di età, poi condannati a diciotto anni e quattro mesi di carcere. Tra il 1986 e il 2005, in Italia, si sono verificati otto casi mortali in situazioni analoghe. Altri episodi sono avvenuti anche negli anni successivi in tutto lo Stivale, tra questi quello che nel 2017 a Cernusco sul Naviglio ha causato la morte di una donna.
La provincia di Cuneo ha i suoi precedenti, fortunatamente non mortali. Tra l’ottobre e il dicembre del 1995 si registrarono una serie di incidenti causati da grossi massi che venivano sistemati in orario notturno sulla statale che collega Cuneo a Savigliano, in particolare nella zona tra Centallo e Levaldigi. Vetture distrutte e denunce ai Carabinieri, ma i responsabili non furono mai trovati. L’incubo tornò nel gennaio 1997, poco dopo la tragedia di Tortona, quando l’auto di un giovane artigiano di Cuneo fu colpita da un sasso che per poco non lo prese in faccia.
Redazione
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