Microcamere per passare l’esame di guida: anche un egiziano di Borgo nella “banda delle patenti”
Quattro arresti eseguiti dalla Polstrada di Torino. Il gruppo aveva messo in piedi un vero racket: i connazionali pagavano dai 3 ai 4mila euro per superare i quizPagavano somme dai tremila ai quattromila euro per ciascuno, in cambio di un “aiutino” indispensabile per passare l’esame teorico di guida. La Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Torino ha accertato 35 casi sospetti, che interessavano oltre alla Motorizzazione del capoluogo piemontese (23 episodi sotto inchiesta) quelle di Savona (5 casi), Biella (4), Novara (1), Vercelli (1) e Ravenna (1).
All’origine della truffa c’era una vera e propria organizzazione criminale, costituita da quattro egiziani che sono finiti in manette a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip. Uno di loro è stato raggiunto dai poliziotti a Borgo San Dalmazzo, dove è residente. L’operazione “Luxor” ha permesso di accertare che i componenti della banda si offrivano di assistere connazionali non in grado di conseguire la patente di guida, poiché non conoscevano la lingua italiana e le norme del codice della strada.
L’indagine è partita a gennaio dello scorso anno, in seguito a un blitz della Polstrada nella sala esami della Motorizzazione di Torino, dove un egiziano era stato sorpreso in flagranza di reato. Al termine della prova, superata brillantemente, gli agenti gli avevano trovato nei vestiti una microtelecamera, in corrispondenza di un foro creato ad arte nella parte superiore della maglietta. L’occhio elettronico inquadrava il monitor sul quale venivano proposti i quiz e trasmetteva così le immagini ai suggeritori, pronti a intervenire attraverso gli auricolari con cui i candidati si mantenevano in contatto telefonico.
Le perquisizioni eseguite a carico degli arrestati hanno permesso di ritrovare e sequestrare diverso materiale probatorio: numerosi auricolari bluetooth, microcamere, smartphone, modem wi-fi portatili e capi di abbigliamento confezionati apposta per nascondere l’attrezzatura.
Gli inquirenti sottolineano che il fenomeno desta forte preoccupazione ed è particolarmente monitorato dagli investigatori della Polizia stradale, anche attraverso un costante confronto con i funzionari della Motorizzazione Civile: “Persone in possesso di titoli abilitativi alla guida che circolano liberamente sulle nostre strade senza la minima conoscenza delle regole del codice della strada, costituiscono, infatti, un serio pericolo per la sicurezza stradale e per l’incolumità delle persone” ricorda la Questura di Torino.
Redazione
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