“Musica e rumori anche alla sera”: ma per il giudice non è reato
Assolta una coppia residente a Margarita. A denunciare erano stati i vicini di casa: il figlio degli imputati si è poi assunto la “colpa” dello stereo lasciato accesoUno stereo lasciato acceso più del dovuto, una serie di rumori in orari notturni e mattutini e il dissidio attorno alla presenza di un carboncino d’incenso nelle scale condominiali. Dalla comune lite tra famiglie di vicini e colleghi di lavoro si è passati alle vie legali.
Così una coppia di rumeni, residenti a Margarita, si è trovata a rispondere di disturbo della quiete pubblica. A denunciarli una famiglia di connazionali, marito e moglie che abitano nella stessa palazzina. Parlavano di colpi nel muro e alla porta, anche alla sera o alle sei di mattina: “Rumori tali da impedire a noi e alle nostre figlie di riposare” secondo le persone offese. Molestie sonore che sarebbero andate avanti per mesi, insieme ad altri episodi che gli autori della denuncia interpretano come “azioni di disturbo”. A cominciare dall’abitudine della vicina di mettere bastoncini d’incenso nelle scale condominiali: “Non è un buon odore”.
A gettare discordia tra le parti aveva contribuito soprattutto un episodio accaduto lo scorso anno, il giorno dopo l’Epifania. Dall’appartamento degli imputati si sarebbe levata musica “ad altissimo volume”, in un momento in cui i due erano usciti di casa con il cane. Di questo fatto, però, si è assunto tutta la responsabilità il figlio ventenne degli accusati: in aula ha spiegato di aver lasciato lo stereo acceso mentre faceva la doccia, non ritenendo che ai vicini potesse dare fastidio.
Ciononostante il pubblico ministero Luigi Dentis aveva chiesto la condanna a un mese per i genitori del giovane: “Il reato - ha spiegato - non deve essere per forza prolungato, se è idoneo a recare disturbo”. Alle conclusioni dell’accusa si è associato l’avvocato di parte civile Matias Conoscente, il quale ha menzionato anche le testimonianze di altri vicini di casa e il fatto che l’asserito disturbo fosse cessato del tutto dopo la querela e il decreto penale di condanna. A questo provvedimento si era opposto il difensore degli imputati, l’avvocato Antonio Vetrone, che ha ribadito come l’unico episodio accertato fosse quello relativo allo stereo. Un caso di disturbo isolato e avvenuto in pieno pomeriggio.
Il giudice Mauro Mazzi ha infine assolto entrambi gli imputati con formula piena.
Andrea Cascioli
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