Nei negozi un furto ogni nove minuti. Tre su quattro restano impuniti
Numeri preoccupanti quelli forniti dalla Cgia di Mestre, senza considerare i “colpi” non denunciati. Cuneo? È ancora un’isola feliceNel 2021 - l’ultimo anno per cui siano disponibili dati complessivi - i furti denunciati in negozi e botteghe artigiane sono stati 56.872 in tutta Italia: uno ogni nove minuti, se preferite. Ad allarmare non è tanto l’impennata rispetto al 2020, l’anno zero della crisi pandemica e dei lockdown, rispetto al quale l’indice segna un +10,8%. È soprattutto la percentuale di impunità che aleggia attorno a questi numeri: addirittura nel 72,3% dei casi, quasi tre su quattro, i ladri non sono stati catturati entro un anno.
A dirlo è il Centro Studi della Cgia di Mestre, nel suo ultimo report elaborato in base a dati Istat. Le regioni dove i malfattori hanno più probabilità di farla franca sono Umbria e Marche (entrambe nel 73,8 per cento dei casi), la Campania (79,8%) e, in particolar modo, il Lazio (81,3%). Se, invece, analizziamo il numero di furti avvenuti ogni 100 mila abitanti, Lombardia (138,8), Emilia Romagna (142,1) e Liguria (144,8) sono le regioni più “martoriate”. A livello provinciale, infine, i territori più colpiti dalle scorribande dei soliti ignoti - è il caso di dirlo - sono Torino, con 155,5 furti denunciati ogni 100 mila abitanti, Firenze con 160,3, Imperia con 167,5, Rimini con 186,5, Bologna con 186,9 e Parma con 194,5. Maglia nera a livello nazionale è Milano con 222,8 furti ogni 100 mila abitanti.
E Cuneo? Nel computo generale, rapportato all’incidenza dei furti rispetto agli abitanti, la Granda resta più vicina al fondo che alla cima di questa triste classifica. La nostra provincia è al 74esimo posto tra le 106 province considerate con 310 furti denunciati nell’intero anno 2021, ovvero 53,3 ogni 100mila abitanti. In Piemonte nessuno ha dati migliori: ci si avvicina Biella al 68esimo posto (57,6 furti ogni 100mila abitanti: subito sopra c’è Napoli). Ai posti alti, oltre alla già citata Torino (settima) c’è anche Alessandria, tredicesima.
Si stima che furti e spaccate costino ogni anno circa 3 miliardi di euro ai proprietari di attività economiche. Bisognerebbe poi considerare che un certo numero sfugge alle statistiche, perché nemmeno denunciato. A questo riguardo, gli estensori della ricerca osservano che “la difficoltà di consegnare alla giustizia coloro che si sono resi responsabili di questi illeciti sta diventando ormai cronica e, probabilmente, sta ‘condizionando’ anche le statistiche. Non è da escludere, infatti, che la riduzione del numero delle denunce registrato negli ultimi anni prima dell’avvento del Covid, non sia riconducibile a una ritrovata sicurezza, ma a un atteggiamento di sfiducia delle vittime nei confronti delle istituzioni che li ‘spinge’ a non denunciare alle autorità giudiziarie il danno subito”.
Storicamente le categorie più attenzionate da ladri e rapinatori sono gli orafi/gioiellieri, i pellicciai, i tabaccai, i farmacisti e i benzinai. Le prime due per il valore economico dei loro prodotti, le altre per la disponibilità di contanti che hanno in cassa. Ora grazie ai pagamenti elettronici, alle telecamere di sorveglianza e alle casseforti a tempo il rischio è sceso, tuttavia rimangono ancora un obiettivo sensibile per molte bande dedite ai furti. Da qualche anno sono sempre più nel mirino dei criminali anche i negozi di prodotti tecnologici (computer, cellulari, Tv, etc.), gli autoriparatori/concessionari auto-moto, i commercianti di bici di pregio, i supermercati/alimentari, la moda/abbigliamento sportivo e i negozi di cosmetici e profumi.
a.c.
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