Nel Canavese l'attacco contro un apicoltore cuneese: "Non un atto vandalico, ma un'intimidazione"
Circa settanta arnie appartenenti a Mattia Landra, titolare di un'azienda agricola con sede a Prazzo, sono state distrutte nella notte tra il 10 e l'11 maggioCirca settanta arnie distrutte, milioni di api morte con la conseguente produzione di miele andata in fumo. La vittima dell’atto vandalico avvenuto nella notte tra l’10 e l’11 maggio è Mattia Landra, trentaduenne apicoltore cuneese, titolare di “Jal Vert”, azienda agricola con sede a Prazzo, alta valle Maira, in borgata Allemandi.
A denunciare i fatti, che si sono svolti a Candia Canavese, dove Landra aveva trasferito i suoi alveari per la fioritura dell’acacia, è stato lo stesso apicoltore, che ha sfogato la sua rabbia e il suo sconforto in un video pubblicato su Facebook: “Sono deluso, si tratta di sforzi di anni che vengono vanificati per la cattiveria delle persone, persone che non dovrebbero stare in questo mondo. È un disastro che fa male al cuore”. Sul posto sono intervenuti il Servizio Veterinario dell’Asl e le forze dell’ordine, che hanno immediatamente dato avvio alle indagini grazie anche alle immagini delle telecamere di sorveglianza.
Il trasferimento delle arnie da altre zone era stato al centro di polemiche nelle scorse settimane nel Canavese, un'area del Piemonte meno colpita dalle gelate dell’ultimo inverno, deleterie per il settore apistico. Il 28 aprile scorso i Comuni di Caluso e Mazzè avevano emesso specifiche ordinanze di divieto su sollecitazione degli apicoltori locali, intestandosi il diritto di concessione delle autorizzazioni agli spostamenti di alveari nomadi sul territorio comunale. La decisione era stata duramente contestata da Aspromiele, che è intervenuta anche sui fatti che hanno coinvolto Mattia Landra ipotizzando che l’autore della devastazione possa essere un apicoltore locale: “Aspromiele, convinta che atti intimidatori di questo tipo siano sempre da combattere senza se e senza ma, anche in futuro si batterà perché sia il buon senso e non l’egoismo e l’ignoranza a dettare le linee del settore apistico”.
È convinto di questa ipotesi anche lo stesso Landra: “Non parlerei di atto vandalico, ma di un vero atto intimidatorio. Fare una cosa del genere è anche pericoloso per chi non è del mestiere, è difficile pensare che si tratti di una ragazzata. Chi lo ha fatto ha raggiunto il posto perché sapeva cos’avrebbe trovato e sapeva che in una notte di pioggia il danno sarebbe stato ancora maggiore”.
Nel frattempo è già partita una raccolta fondi online per sostenere l’apicoltore della valle Maira: è stata lanciata sulla piattaforma GoFundMe (a questo link) ed ha già raccolto quasi 4 mila euro.
a.d.
PRAZZO Cronaca