Nuova aggressione in carcere a Cuneo, la Uilpa: "La Polizia Penitenziaria è carne da macello"
La denuncia del sindacato dopo un episodio avvenuto mercoledì 17 aprile: "Non un attacco al personale, ma allo Stato""Non abbiamo parole per descrivere la nostra frustrazione davanti all'ennesima aggressione feroce confermando ancora una volta che la Polizia Penitenziaria oggi è carne da macello”. È il commento della Uilpa Polizia Penitenziaria all'aggressione da parte di un detenuto nordafricano in isolamento, avvenuto mercoledì 17 aprile, proprio quando le sigle sindacali Sappe, Sinappe, Osapp, Uil Pa, Fns Cisl e Fp Cgil erano al cospetto del prefetto di Cuneo, al provveditore di Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta e alla sindaca di Cuneo Patrizia Manassero per parlare della situazione ingestibile del penitenziario cuneese.
Si legge nel comunicato diffuso dal sindacato: "L'agente spinto contro il muro andava a sbattere violentemente testa e schiena, per cui si è reso necessario l’invio presso il locale ospedale. Il collega ha effettuato addirittura una tac alla testa e una lastra alla schiena per scongiurare lesioni al cranio e alla colonna vertebrale, ha riportato infine sei giorni di prognosi"
"La verità – dicono i segretari locali della UILPA penitenziari Diego Bottin, Luigi Vicario e Flavio Bosco –. Quanto avvenuto alla casa circondariale di Cuneo non è solo un'aggressione al personale, è stata un'aggressione allo Stato".
"Non è più possibile lavorare in queste condizioni, - denuncia la Uilpa – perché i detenuti hanno ben compreso che la Polizia Penitenziaria non è tutelata, e l'inerzia da parte della politica e dell'amministrazione nel porre in essere azioni concrete per arginare il fenomeno delle aggressioni al personale decreta l'impossibilità del reinserimento del reo, risultando solo occasioni per fare passerella nel nome della rieducazione”.
“Esprimiamo solidarietà con l'augurio di pronta guarigione al collega ferito,– conclude la UilPa Polizia Penitenziaria - ma la politica e l'amministrazione devono immediatamente intervenire nell'adeguare le strutture per i detenuti violenti, perché l'attuale abbassamento della sicurezza nelle carceri non deve essere riversata solo alla Polizia Penitenziaria, paga anche il baratro legislativo tra uso legittimo della forza e art.613 bis del c.p.. Inoltre chiediamo di dotare di taser gli agenti di Polizia Penitenziaria che devono essere messi in condizione di lavorare con maggior sicurezza e di tutelare al meglio la loro incolumità. Bisogna lavorare affinché questo dispositivo a impulsi elettrici, con le relative body cam, vengano adottati anche per gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria".
Redazione
CUNEO carcere