Omicidio Nada Cella, la testimone anonima: “In cinque abbiamo visto allontanarsi la donna quel giorno”
Nuovi dettagli dalle intercettazioni raccolte nel 1996. Per il delitto della segretaria a Chiavari è indagata un’ex maestra, trasferitasi da tempo a BovesNon era sola l'anonima testimone che la mattina del 6 maggio 1996 avrebbe visto Annalucia Cecere, l'ex insegnante indagata per l'omicidio di Nada Cella, andare via col motorino da via Marsala. È quanto emerge da nuovi spezzoni di intercettazioni diffuse dalla Squadra Mobile e dalla Procura di Genova per identificare la donna, possibile testimone-chiave nella soluzione del delitto di Chiavari.
“Sì la conoscono signora. È che stanno tutte zitte. Le altre stanno tutte zitte ma eravamo diverse. Io non faccio nomi ma eravamo diverse, io non so perché le altre non parlano. Eravamo in cinque”, dice nella telefonata dell'agosto 1996 fatta alla casa di Marco Soracco, il commercialista dove Nada lavorava. La 24enne, originaria di Santo Stefano D’Aveto (Genova), fu assassinata in ufficio con un oggetto contundente mai ritrovato. All’epoca gli inquirenti seguirono diverse piste tra cui quella che portava ad Annalucia Cecere, una ragazza di Caserta che viveva anche lei a Chiavari e che aveva conosciuto e frequentato Soracco. Alcuni indizi e diverse telefonate, ricevute da un avvocato del posto e dal datore di lavoro della Cella, suggerivano che la Cecere avrebbe potuto colpire la vittima per gelosia e poi allontanarsi in motorino. Quel motorino è tuttora in suo possesso: dopo la recente riapertura del caso la polizia lo ha sequestrato in un box a Boves, dove la sospettata, oggi 53enne, vive insieme alla famiglia in frazione Mellana.
Ieri (martedì 16 novembre) a Cuneo, gli esperti della Scientifica hanno eseguito i primi esami con le luci forensi sullo scooter: alcune parti sono state smontate e inviate al laboratorio di Roma per accertamenti più approfonditi. Nel frattempo si continua a indagare sull’identità di quella voce anonima, forse un’anziana, che affermava di aver incrociato una donna di sua conoscenza sotto allo studio di Soracco, in orario compatibile con quello del delitto. In un altro spezzone la si sente aggiungere un’ulteriore osservazione: “Ma pensa un po' che il sospetto mi è venuto al pomeriggio quando l'ho saputo... ho detto Madonna questa stamattina... Poi abbiamo parlato con qualche ragazza tra noi e abbiamo detto ce l'ha l'ardire, perché quando dice 'ti spacco la testa in due'”.
a.c.
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