Pedinava l’ex fidanzata e il suo nuovo ragazzo, a processo per stalking
Messaggi continui, profili falsi su Facebook e appostamenti a piedi e in auto. Vittima una 27enne di Roccavione dopo la convivenza finitaUn amore che comincia sui banchi di scuola e finisce su quelli del tribunale. Non immaginavano certo che i loro progetti per il futuro sarebbero naufragati così due giovani che solo a inizio 2018, dopo oltre sette anni di fidanzamento, avevano deciso di andare a convivere a Borgo San Dalmazzo.
Un’esperienza durata pochi mesi e terminata, a detta di V.G., 27enne di Roccavione, dopo la scoperta che il compagno L.G. avrebbe utilizzato il bancomat a sua insaputa in più occasioni e mentito sul fatto di essere a lavoro. I soldi poi erano stati restituiti, ma la fiducia era venuta meno: così lui se n’era andato di casa in primavera mentre la ragazza era rimasta fino alla scadenza del contratto di affitto, in luglio.
I problemi sarebbero cominciati all’inizio di giugno, con messaggi sempre più insistenti sul cellulare, fino a cinquecento in un giorno. L’ex fidanzato chiedeva che gli venissero restituiti oggetti e arredamenti di casa, ma c’erano anche frasi più preoccupanti dove annunciava alla ragazza che l’avrebbe aspettata. E in effetti V.G. aveva incominciato a vederlo sempre più spesso: sotto casa, alla fermata del pullman, all’andata e al ritorno dall’ufficio in cui lavora a Cuneo. Almeno sul lavoro non si era mai presentato, ma in due occasioni aveva ricevuto fiori e biglietti firmati: “Non mi ha mai minacciata o ingiuriata - spiega la 27enne - ma era sempre presente, specie da giugno in avanti e nei weekend”.
In un’occasione L.G. le si era avvicinato minacciando di buttarsi dal ponte, cosa che l’aveva inquietata e spinta a contattare i genitori di lui. Su Facebook invece era comparso un account dal nome molto simile a quello di lei, con una sua immagine di profilo che solo lui poteva avere: “Ero preoccupata e sospettando che fosse opera sua lo chiamai al telefono, per pregarlo di cancellare quel profilo falso. Dopo il profilo sparì, ma diverse persone mi contattarono dicendo che avevano concordato appuntamenti con me in chat. Lui mi scrisse che era stato contento di sentirmi, anche se in seguito a una brutta esperienza”.
Nemmeno quando era tornata a vivere dai suoi genitori, a Roccavione, le ‘attenzioni’ si sarebbero fatte meno pressanti. Anzi, in un’occasione i Carabinieri erano intervenuti trovando nell’auto di L.G. un coltello a serramanico, una seconda lama nel cruscotto e una mazza da baseball nascosta sotto il sedile posteriore. “A inizio settembre le cose erano peggiorate perché avevo iniziato a frequentare un nuovo ragazzo” spiega V.G.: “A volte mi seguiva in auto da Roccavione a Cuneo, oppure pedinava lui dopo che mi aveva riaccompagnata a casa”. Comportamenti vessatori e messaggi sarebbero cessati da novembre, dopo che la ragazza aveva già presentato una denuncia alla Polizia Postale di Cuneo e un’integrazione ai Carabinieri di Borgo.
Il nuovo fidanzato di lei, M.R., conferma tutto: “All’inizio la mia fidanzata minimizzava questi comportamenti, poi me ne ha parlato. L.G. ci seguiva con la sua Alfa rossa quasi tutti i weekend, e seguiva me sulla strada di casa, superandomi e rallentando”. Davanti a casa sua, a Murazzo, dice di averlo visto passare più volte suonando il clacson e lanciando petardi: “Mi chiamava sul cellulare e talvolta scriveva su Facebook con profili falsi che poi sparivano. Uno di questi l’ho rintracciato dal numero di telefono”.
Nulla, a parte la sua relazione con V.G., poteva giustificare secondo lui tanto astio. “Io non lo conoscevo nemmeno” precisa M.R., che una sera aveva chiamato i Carabinieri perché fermassero il suo ‘inseguitore’, “ma lui si era rifiutato di scendere dalla macchina”. L’episodio più grave è un danneggiamento subito dalla sua auto in garage: “Avevo trovato la mia macchina piena di righe, un danno da 1500 euro. Non avevo prove che fosse stato lui ma l’avevo subito sospettato e gli avevo chiesto di incontrarci: ero disposto a passare sopra a questa storia, purché ci lasciasse in pace. Per qualche giorno lo aveva fatto, poi ha ricominciato a seguirmi”.
Il processo è rinviato al prossimo 28 ottobre per il completamento dell’istruttoria.
a.c.
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