Peveragno, un cane legato con una catena e tenuto al freddo: la denuncia di Stop Animal Crimes
La segnalazione dell'organizzazione animalista, che sul caso ha presentato un esposto in Procura“Un Magistrato di Ancona lo scrive in una Circolare: l’intervento delle ASL in accertamenti per il benessere animale spesso è controproducente. Un Giudice di Terni, padre del diritto animalista italiano, mette in dubbio l’obbligo esclusivo di affidare alle ASL veterinarie il potere di accertamento del reato di maltrattamento animali ossia indica quale idonea procedura quella per cui la Polizia Giudiziaria tutta ha il dovere e potere di accertare il reato di maltrattamento animali”. Lo scrive in un comunicato stampa l’organizzazione animalista Stop Animal Crimes.
Il riferimento è a un caso segnalato dalla stessa associazione a Peveragno: “Abbiamo segnalato un cane detenuto a catena e in una cuccia fatiscente di mezzo metro quadrato che per la Polizia Locale intervenuta pare essere corretta detenzione. Abbiamo dunque fatto un esposto in Procura chiedendo al Magistrato di approfondire la vicenda personalmente, fornendogli una consolidata giurisprudenza sul reato di maltrattamento animali accertabile nelle forme meno evidenti e la legge Regione Piemonte che, seppur arretrata rispetto a Campania e Puglia dove per esempio è stato vietato l’uso della catena, obbliga a fornire cucce coibentate e impermeabili ovvero vieta la catena laddove può essere realizzato un recinto di almeno otto metri quadrati. C’è da chiedersi allora il perchè i controlli, non solo di Peveragno, adottino modalità così approssimative e generiche, non emettendo sanzioni amministrative o sequestri e modificando nell’immediato le condizioni di detenzione evidentemente a contrasto con le norme in materia; perchè ogni volta (e i casi nella provincia di Cuneo sono tanti) le Autorità che intervengono (la Polizia Locale è l’Organo per legge deputato a questi accertamenti) si limitano a dare consigli verbali, lasciando gli animali nelle medesime condizioni? A Peveragno, il cane è nello stesso stato da oltre un mese dalla segnalazione”.
“Anche l’intervento dei Carabinieri Forestali è vincolato al parere delle ASL veterinarie e per tale ragione spesso gli operatori hanno le mani legate. - prosegue il comunicato - A Chiusa Pesio e a Bagnolo siamo intervenuti qualche mese fa, nel primo caso per un cane perennemente detenuto nel balcone e nel secondo per cani di cascina legati a un metro di catena e con bidoni arrugginiti come cucce e anche in questi due casi l’esito del controllo è stato pari a zero. Di fronte a una realtà come questa, dove a nostro parere latita l'effetto deterrente, educativo e punitivo della legge ossia poca sensibilità in seno agli addetti ai lavori, urge trovare una soluzione e al momento, in attesa di nuove procedure, non possiamo che fare appello al Magistrato che assume l’indagine affinchè valuti personalmente la materia e, magari, disponendo diversamente rispetto a quello che è diventato ormai l’apoftegma ASL, qualunque sia lo stato di detenzione degli animali, ordinando sequestri (addebitando magari le spese al Sindaco per non aver vigilato attentamente) e portando a processo qualcuno. Solo così potremo educare chi ancora oggi tratta gli animali come dispositivi di allarme collocandoli al freddo nei cortili, anziché legittimare con controlli sommari i maltrattamenti animali depotenziando il potere punitivo delle leggi dello Stato e il diritto ad una vita dignitosa dei nostri fratelli a quattro zampe”.
Redazione
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