Presentò una falsa dichiarazione per ottenere il gratuito patrocinio: condannato un pregiudicato
Solo un mese fa lo stesso imputato era stato condannato per evasione, dopo essere stato trovato a bordo di un’auto in panne nel periodo in cui era ai domiciliariÈ una violazione di legge molto particolare quella per la quale il giudice Elisabetta Meinardi ha condannato stamani il pregiudicato R.M., residente a Cuneo, alla pena di un anno e sei mesi di carcere più 600 euro di multa.
Il reato per cui l’uomo si trovava a processo riguarda infatti una falsa dichiarazione formalizzata al fine di ottenere il gratuito patrocinio in un procedimento giudiziario che lo vedeva imputato. Il gratuito patrocinio è l’istituto attraverso il quale una persona non abbiente può richiedere la nomina di un avvocato e la sua assistenza a spese dello Stato, beninteso a patto di rientrare nei requisiti di legge. Molto spesso questo istituto viene confuso con la difesa d’ufficio, che riguarda invece la semplice garanzia di difesa nel processo.
Secondo gli attuali requisiti, chi fa richiesta di ammissione al gratuito patrocinio deve attestare di avere indicato nell’ultima dichiarazione un reddito annuo imponibile non superiore agli 11.493 euro. Nel 2013, all’epoca in cui R.M. aveva presentato la sua istanza, il limite era di 10.776 euro. Un limite che lui avrebbe però sforato in quell’anno, come era emerso dai successivi controlli sullo stato patrimoniale disposti presso l’Agenzia delle Entrate dalla Procura di Cuneo.
Il pubblico ministero aveva chiesto per l’imputato la condanna a otto mesi di reclusione. Il difensore ha invece sostenuto che all’origine del falso ci fosse una semplice svista: “Formalmente risiedeva ancora con il padre, ma in realtà si era già trasferito e non aveva più rapporti con i genitori. La prova della sua buona fede è nel fatto che in seguito avesse presentato un’integrazione della domanda indicando di aver percepito un reddito minimo e di non essere più nullatenente, come dichiarato in precedenza”. Il giudice, tuttavia, non ha ritenuto sufficiente questa giustificazione.
Solo il mese scorso lo stesso imputato era stato condannato a otto mesi per evasione e porto d’armi improprie: nel periodo in cui scontava una condanna alla reclusione domiciliare per tentata rapina impropria era stato trovato a bordo di un’auto in panne sull’autostrada A33, all’altezza di Sant’Albano Stura. Gli agenti della Polstrada, fermatisi per soccorrere i due occupanti del veicolo, avevano scoperto che entrambi erano soggetti in quel periodo a misure cautelari.
a.c.
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