Prima le provocazioni davanti al supermercato, poi le botte e la rapina in discoteca
Un presunto componente del “branco” che aveva agito davanti al Carrefour di Cuneo è a processo: “Ci diceva che quella era la sua zona e lì comandava lui”Alto, robusto, con un cappellino rosso calato sulla fronte e un’aria da “guappo” di quartiere: così viene descritto l’aggressore di un giovane rumeno residente a Mondovì, malmenato e derubato dal branco a Cuneo.
L’antefatto del pestaggio avvenuto presso la discoteca Colibrì di Madonna dell’Olmo, nel marzo di tre anni fa, sarebbe stata una schermaglia di un paio d’ore precedente. La vittima dell’aggressione si trovava insieme a un amico, anche lui monregalese, al supermercato Carrefour di corso IV Novembre. Erano all’incirca le nove di sabato sera, ricorda il 26enne che era insieme a lui: “All’uscita abbiamo notato un ragazzo alto e robusto con un cappellino rosso, in compagnia di altri. Il gruppetto prendeva in giro i clienti che uscivano dal supermercato, li squadravano dalla testa ai piedi e ridevano. Facevano così anche con gli anziani. Quando sono passato insieme al mio amico hanno cominciato a guardarlo storto e canzonarlo”.
Il capo di questa banda di bulli non era una persona del tutto sconosciuta al testimone. Il 26enne infatti sapeva che lo stesso individuo aveva schiaffeggiato un altro suo amico, una settimana prima. Lo aveva fatto presente al giovane che era con lui e quest’ultimo era intervenuto: “Gli ha domandato perché avesse dato uno schiaffo al nostro amico e gli ha detto di non attaccarsi più con lui, perché aveva problemi di salute. Per tutta risposta, il ragazzo col cappellino rosso ci è venuto dietro e ha chiesto da dove venissimo. Pronunciava frasi come ‘questa è la mia zona, qui comando io’ e anche ‘sai da dove vengo io? Sono abituato coi coltelli e le katane’”.
Dalle parole si sarebbe quindi passati ai fatti, sempre per iniziativa del facinoroso col cappellino: “Il mio amico portava occhiali da vista, lui glieli ha levati dandogli una manata e ha continuato a minacciarlo finché lui è rientrato nel supermercato e ha urlato alla cassiera di chiamare i carabinieri. L’altro non ha smesso con la sua aria di sfida, ripeteva ‘cosa vogliamo fare ora che siamo qua fuori?’ e lo affrontava faccia a faccia. Però gli ha restituito gli occhiali”. Il testimone nel frattempo aveva chiesto a un amico rimasto in auto di venire a prendere sia lui che l’altro, ma uno dei componenti del gruppo “avversario” gli aveva afferrato il cellulare e lo aveva danneggiato prima che riuscissero ad allontanarsi.
La disavventura non era ancora terminata. Più tardi nel corso della serata, i due ragazzi si erano recati in discoteca e avevano incrociato lo stesso individuo che li aveva minacciati e aggrediti davanti al Carrefour. “Mi ha minacciato chiedendomi se ne volessi ancora, io non gli ho risposto. - ha ricordato il testimone - A un certo punto i ragazzi si sono avventati contro il mio amico, quello col cappellino rosso era in testa. Lo hanno aggredito con calci e pugni, lui è rimasto a terra tramortito e quando si è rialzato si è accorto che non aveva più il portafoglio”. Ai buttafuori, intervenuti per sedare il parapiglia, era stato fatto presente che il gruppo di teppisti si era posizionato all’uscita del locale, forse per tendere un nuovo agguato al loro “bersaglio” e ai suoi amici.
In seguito all’aggressione, però, il giovane era stato raggiunto da un’ambulanza e accompagnato in ospedale: qui la prognosi iniziale di oltre venti giorni è poi stata rivista in una molto più lieve. Il presunto leader del branco è stato identificato dai presenti nella persona di W.B.S., un soggetto di origini tunisine con vari precedenti di polizia. “Lo conosciamo come un personaggio rissoso ed è stato riconosciuto anche dai filmati delle telecamere davanti al Carrefour” ha precisato il commissario Giancarlo Floris: “Nelle registrazioni non lo si vede sottrarre gli occhiali all’altro individuo, ma è evidente un gesto nei suoi confronti”.
Nella prossima udienza, in calendario l’11 febbraio, è fissata l’audizione della persona offesa e di altri testi.
a.c.
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