Quattro anni e sei mesi al 32enne di Chiusa Pesio che sequestrò una donna
L’uomo era stato arrestato dopo le violenze contro la sua convivente e una sua ospite. L’aveva conosciuta su Facebook e convinta a raggiungerlo per NataleHa parlato di “un contesto di grave degrado, di povertà morale e non soltanto materiale” l’avvocato che difendeva il 32enne di Chiusa Pesio accusato di aver sequestrato una sua ospite per un’intera notte e di aver picchiato a sangue sia lei che la convivente, nella notte di Natale di due anni fa.
Un uomo che il pubblico ministero ha descritto come propenso a instaurare relazioni “con donne sicuramente fragili e in difficoltà, prive di riferimenti affettivi ed economici, più anziane di lui”. Relazioni che incominciavano online ed evolvevano in rapporti di convivenza tormentati. Come quello, appunto, che l’imputato aveva instaurato da circa un anno con una donna di origini siciliane, all’epoca 59enne. Più volte lei si era allontanata dall’abitazione per poi farvi ritorno, più volte i carabinieri erano intervenuti per sedare le liti della coppia. Fin quando nel loro ménage si era inserita una terza persona, una 45enne residente in Lombardia e conosciuta anche lei grazie ai social network.
L’“amica” aveva accettato di raggiungere per le vacanze di Natale il chiusano, ignara, a quanto pare, che quest’ultimo avesse già una relazione: “Mi ha detto che avrei dovuto far finta di essere sua madre” ha raccontato la ex fidanzata ufficiale. Le tensioni erano esplose la notte della vigilia e culminate in un vero e proprio sequestro di persona, messo in atto ai danni della 45enne dopo un suo tentativo di fuga. Entrambe le donne erano state malmenate, poi la 59enne era riuscita ad allontanarsi dall’abitazione e chiamare i carabinieri. All’uomo si contestavano anche una minaccia con il coltello verso la sua ospite, più una serie di maltrattamenti e un episodio di violenza sessuale nei confronti della convivente.
Imputazioni per le quali il sostituto procuratore Francesca Lombardi aveva chiesto una condanna a dodici anni e otto mesi: “La 45enne si è presentata ai carabinieri con il volto tumefatto, terrorizzata e incapace di parlare. C’erano tracce ematiche in più parti dell’abitazione”. Anche alla 59enne erano state refertate varie lesioni, sebbene lei non avesse sporto querela: “La sua ambivalenza - a detta del pubblico ministero - è un tratto tipico del maltrattamento che sovente si nasconde dietro a comportamenti taciuti, nascosti, ritrattati”. Per il legale dell’uomo, l’avvocato Fabrizio Di Vito, “c’è stata una colluttazione ma certo non la privazione di libertà personale descritta dal capo d’imputazione. Era lo stesso imputato che con un coltello, da lontano, la minacciava perché andasse fuori di casa”. Da parte della difesa si è insistito soprattutto sulle scarse facoltà mentali dell’imputato, comunque giudicato non infermo dal perito del tribunale: “È vittima di un disturbo esplosivo intermittente e le sue capacità sono grandemente scemate nel tempo”.
Il collegio giudicante, dopo un’ora di camera di consiglio, ha condannato il 32enne alla pena di quattro anni e sei mesi. Per la sola accusa di violenza sessuale è stato assolto per insussistenza dei fatti.
a.c.
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