Rapina in villa a Dronero, condannati i malviventi che sequestrarono e picchiarono tre ragazzi
Momenti di terrore dopo l’irruzione. I fratelli, tra cui una quindicenne, erano stati trascinati nella stanza dei genitori: la pena più alta per un nomade pregiudicatoSono stati condannati dal gup di Cuneo, dopo un processo in abbreviato, i due organizzatori della rapina in villa avvenuta la sera del 12 ottobre 2020 a Dronero.
Il 44enne Santino Della Garen, nomade di Villafalletto con plurimi precedenti specifici, è stato giudicato insieme al 50enne Roberto Pignatta, anche lui originario di Villafalletto ma residente a Busca. Oltre alla rapina, ai due erano contestati il furto di un’auto e le lesioni personali ai danni dei tre figli dei proprietari di casa, unici presenti in quel momento all’interno dell’abitazione. I tre ragazzi, tra cui una giovane di appena quindici anni, erano stati strattonati e condotti a forza nella stanza dei genitori, mentre Della Garen e suo figlio minorenne arraffavano denaro e oggetti preziosi. Armati di bastoni, con i quali percuotevano il materasso del letto su cui le vittime erano state condotte, i malviventi a volto coperto avevano colpito tutti e tre i fratelli, anche alla testa, procurandogli lesioni.
In casa i rapinatori avevano portato via oltre mille euro in contanti, provento di una recente vendita, e una serie di gioielli e preziosi tra cui le fedi dei padroni di casa e una medaglietta commemorativa dell’Avis. Al figlio più grande erano stati sottratti anche i sessanta euro che teneva nel portafoglio. I criminali, avvertiti da complici tuttora ignoti che facevano da palo all’esterno, si erano quindi dati alla fuga al sopraggiungere di una pattuglia dei carabinieri. Per realizzare il “colpo” si erano serviti di due auto, una messa a disposizione da un conoscente e l’altra rubata nella stessa sera a Busca.
Scene da Arancia Meccanica, quelle ricostruite dagli inquirenti, che sono riusciti a identificare i responsabili della violenta rapina grazie ad alcune intercettazioni telefoniche. Circa un mese e mezzo dopo l’accaduto, Pignatta era stato registrato mentre parlava con la compagna dell’invio di “uno zingaro” in casa delle vittime. Da quanto si è appurato, sembra che nel villino ci si aspettasse di trovare un’ingente quantità di denaro. In casa di Della Garen in seguito era stato rinvenuto durante una perquisizione il cellulare strappato dalle mani del figlio più grande della coppia, insieme alla medaglietta dell’Avis rubata e ad altro materiale.
Nei confronti del nomade villafallettese, difeso dagli avvocati Cristina Botto e Cosimo Palumbo, il sostituto procuratore Pier Attilio Stea aveva chiesto la condanna a vent’anni di carcere: il gup Cristiana Gaveglio lo ha condannato a dodici anni, più quattromila euro di multa. Pignatta, assistito dall’avvocato Fabrizio Di Vito, ha optato invece per il patteggiamento: tre anni e otto mesi la pena concordata, più 1200 euro di multa. Il danno alle persone offese è stato risarcito. Della Garen è tuttora in carcere alle Vallette di Torino, Pignatta ai domiciliari.
Andrea Cascioli
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