Riforniva di hashish e marijuana gli amici, condannato un 26enne di Busca
Il giovane di origini albanesi ha precedenti per furti e lesioni. Lo scorso anno era stato riconosciuto colpevole di aver fiancheggiato la “banda dei videopoker”È costata una condanna a un anno e quindici giorni di carcere l’accusa di spaccio formulata nei confronti di E.Q., un giovane di origini albanesi residente a Busca.
L’imputato, classe 1995, era stato fermato una prima volta dai carabinieri di Saluzzo nel dicembre 2017. A bordo dell’Audi A3 sulla quale viaggiava, insieme a un amico, i militari avevano trovato 50 grammi di marijuana nascosti nel portellone sul lato guidatore. A carico di E.Q. era stata eseguita anche una perquisizione domiciliare che aveva dato esito negativo. Le successive attività investigative, condotte dall’allora comandante del NORM Natale Di Stefano, avevano portato all’individuazione di alcuni presunti acquirenti della droga. Tra loro una ragazza di Verzuolo, non ancora diciottenne all’epoca dei fatti.
Un giovane buschese ha confermato anche in udienza di aver acquistato più volte hashish dall’amico: “Lo contattavo al telefono e compravo uno o due grammi per volta, ogni settimana. Ci incontravamo per strada a Busca o sotto casa mia. La cosa è andata avanti per due o tre mesi”. Un altro testimone, ex compagno di scuola di E.Q., ha ammesso di aver consumato stupefacenti insieme a lui, ma senza mai acquistarne: solo una volta, ha precisato, gli aveva dato dieci euro in cambio della marijuana per sdebitarsi. Anche la ragazza ha detto di essersi “rifornita” in alcune occasioni, nel periodo in cui i due frequentavano lo stesso gruppo di amici.
L’eventualità che si trattasse di scambi “in amicizia” non ha indotto la Procura a concludere per l’irrilevanza penale dei fatti. Al contrario, il pubblico ministero Raffaele Delpui ha evidenziato la sussistenza di “più di un elemento a carico dell’imputato, non un semplice assuntore di droghe ma un fornitore per i giovanissimi di Busca”. A loro, ha aggiunto il rappresentante dell’accusa, “garantiva perfino un servizio di consegna a domicilio: due o tre grammi per volta, una quindicina di euro a dose”. Per l’avvocato Antonio Vetrone, difensore dell’imputato, “siamo nell’ambito di un’attività personale. La quantità di marijuana ritrovata in auto corrisponde a un consumo compatibile con quello indicato nelle tabelle sull’uso personale”.
E.Q. ha precedenti per reati contro il patrimonio e lesioni. Nel marzo dello scorso anno era stato condannato come staffetta della “banda dei videopoker”, la gang di albanesi che tra il 2014 e il 2016 aveva messo a segno una quarantina di furti con spaccata in tutta la provincia. In precedenza il giovane era stato riconosciuto colpevole di ricettazione e indebito utilizzo di un bancomat, rubato da due minorenni a un sacerdote saluzzese dell’oratorio don Bosco.
a.c.
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