Roberto Lamanna è indagato per la bancarotta del Cuneo Calcio
Il 13 aprile l’udienza davanti al gup. Già incominciato il processo per frode fiscale contro l’ex amministratore delegato Oscar Becchio: “Faceva tutto il patron”L’ex proprietario dell’Ac Cuneo 1905 Roberto Lamanna è indagato per bancarotta fraudolenta nell’ambito della vicenda che portò nel 2019 al fallimento della società sportiva, dopo 114 anni di storia.
L’udienza di fronte al gup è fissata al prossimo 13 aprile: all’esito di essa si deciderà l’eventuale rinvio a giudizio di Lamanna. L’indagato è difeso dall’avvocato Salvatore Masiello. Contro di lui è costituita come parte civile la curatela fallimentare, rappresentata dal commercialista cuneese Maurizio Pezzoli che si trovò a “raccogliere i cocci” dello storico blasone biancorosso. A suo tempo il curatore aveva registrato un buco di due milioni e mezzo di euro. Circostanza che fa apparire ancora più beffarde le affermazioni del procuratore sportivo genovese: “Ho buttato nel gabinetto circa un milione e siamo stati penalizzati senza un valido motivo”, aveva dichiarato in un’intervista nel 2020, quando era emerso un suo possibile coinvolgimento in una cordata interessata all’acquisto del Livorno.
Nel frattempo si è aperta lo scorso giovedì l’istruttoria nel processo per frode fiscale contro Oscar Becchio, all’epoca amministratore delegato del club. Dopo il fallimento, l’Agenzia delle Entrate aveva fatto partire una segnalazione di reato in seguito all’emissione di un atto di recupero crediti da 53mila euro. Lo storno sul bilancio del 2018 sarebbe riferito al grottesco progetto di costruzione del nuovo stadio che i tecnici della Res on Network presentarono al Consiglio comunale, per conto della società, nel gennaio di quattro anni fa. Si venne poi a scoprire - grazie a un’inchiesta della nostra testata - che i rendering erano stati copiati da un progetto presentato nel 2013 per l’impianto dell’Universitatea Craiova in Romania.
Sentito a proposito della richiesta di crediti fiscali per “ricerca e sviluppo” presentata dal Cuneo 1905, Becchio ha ribadito di non esserne mai stato messo a conoscenza: “Risultavo amministratore unico del Cuneo Calcio, ma da quando era diventato proprietario Lamanna non operavo più. Venni a conoscenza della richiesta di crediti fiscali quando il revisore contabile me ne parlò, in ottobre. Da subito mi ero opposto”. Lo stesso Lamanna, ha spiegato l’ex ad, avrebbe insistito con la commercialista Eliana Lerda: “C’erano commercialisti di Avellino, segnalati da Lamanna, che le avrebbero detto come procedere. Tutto è emerso quando Marco Rosso, l’ex proprietario del Cuneo, ricomprando alcune quote si è accorto che qualcosa non andava e ne ha informato il suo commercialista di fiducia”.
“La fattura era stata stornata da una nota di credito nel 2018 e se n’era occupata una società di Teramo, in contabilità non ce n’era traccia”, ha spiegato quest’ultimo, confermando che “Becchio mi aveva detto che c’era stata un’operazione, ma lui non ne sapeva nulla. Ne ho parlato con Federico Peano (segretario generale, ndr), sapevamo che era collegata al progetto del nuovo stadio. L’Agenzia delle Entrate ci ha poi notificato 38mila euro di crediti da loro ritenuti inesistenti”. Anche il curatore fallimentare Pezzoli ha detto di aver riscontrato l’anomalia: “Non sono a conoscenza del fatto che la società avesse chiesto l’erogazione di un credito d’imposta, ma so che c’erano F24 che portavano in compensazione, li ho trovati nel cassetto fiscale. Non so chi sia stato a richiedere il credito, dal cassetto fiscale risulta come intermediario tale Nicola de Gennaro. Dal punto di vista formale l’F24 era corretto, ma non so se il credito fosse reale”. Un ulteriore versamento di 23mila euro di ritenute previdenziali era finito sotto la lente degli ispettori del fisco.
“Con l’Agenzia delle Entrate - ha aggiunto Pezzoli - abbiamo parlato di questa compensazione mal fatta”. Non sarebbe comunque stato l’unico indice di difficoltà finanziarie, emerse - sostiene il curatore - già sotto la gestione Rosso: “La società rateizzava costantemente, arrancava già da cinque o sei anni”. Il prossimo 4 maggio verranno sentiti altri testimoni.
Andrea Cascioli
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