Roccavione, devastò il suo bar e aggredì i carabinieri dopo una lite con la compagna: a processo una 33enne
È accusata di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale la donna che nel febbraio 2019 venne trovata ubriaca mentre colpiva un’auto in sosta e gli arredi del localeDovrà rispondere dell’accusa di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale la roccavionese di 33 anni che la sera del 7 febbraio 2019 era stata fermata dai carabinieri in preda a uno stato di forte alterazione alcolica.
All’arrivo dei militari presso il bar che la donna stessa aveva gestiva nel centro del paese assieme alla sua compagna, E.I. era stata trovata con in mano una bottiglia e poi un piede di porco, col quale si era accanita su un’auto in sosta. A provocare l’ira della 33enne sarebbe stata una precedente lite con la compagna, proprietaria dell’auto. All’interno del locale gli arredi erano devastati: nemmeno la vista dei carabinieri avrebbe fatto da deterrente, provocando anzi la furibonda reazione di E.I. ormai completamente ubriaca.
I due militari sopraggiunti si erano visti costretti a chiedere l’intervento di una seconda pattuglia per contenere la furia della donna che, nonostante la corporatura esile, opponeva una tenace resistenza minacciando i carabinieri con la sbarra di ferro e insultandoli. Nella successiva colluttazione E.I. aveva colpito con un calcio il maresciallo maggiore Raoul Barbabella prima che i suoi colleghi riuscissero a disarmarla. Arrestata e condotta al Pronto soccorso di Cuneo per una successiva visita medica, la barista aveva proseguito nelle sue intemperanze alcoliche colpendo un infermiere con una ginocchiata alla tempia.
E.I. risultava gravata da diversi precedenti di polizia specifici per ubriachezza molesta, lesioni personali, danneggiamento e uso di sostanze stupefacenti, nonché per un altro episodio di oltraggio verificatosi solo un mese prima in un altro bar di Roccavione: anche in quell’occasione la donna era visibilmente ubriaca e stava dando in escandescenze. Su richiesta della difesa, un perito psichiatrico l’ha visitata alcuni mesi fa dichiarandola però capace di intendere e di volere e quindi di sostenere il processo: stamani in aula lo psichiatra ha sostenuto che gli abusi alcolici della donna si limitavano a situazioni contingenti legati alla sua situazione sentimentale ma non hanno mai configurato una dipendenza cronica.
L’udienza è stata quindi rinviata al prossimo 24 settembre per decidere dell’eventuale patteggiamento.
a.c.
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