Ruba la carta di credito del parroco e spende 1300 euro: condannato un senzatetto
Il 47enne era stato accolto nella parrocchia del Cuore Immacolato di Cuneo. A insospettirsi e chiamare i carabinieri furono le commesse di un negozio di abbigliamentoEra stato accolto al Cuore Immacolato di Cuneo dal parroco don Carlo Occelli, nell’aprile 2021. Lui, C.M., un senza fissa dimora di 47 anni originario di Civitavecchia, vi ha vissuto per alcuni giorni svolgendo piccoli lavori. Don “Ocio” gli aveva messo a disposizione anche la sua auto, senza sospettare che l’uomo avrebbe sottratto dalla vettura la carta di credito contactless per fare spese pazze in città.
I carabinieri hanno conteggiato 57 acquisti tra cibi e capi di vestiario per un ammontare complessivo di 1358 euro, nell’arco di una decina di giorni. A inguaiare C.M. la testimonianza delle commesse di un negozio di abbigliamento di piazza Galimberti nel quale l’incauto ladro aveva speso più di 600 euro. “Era venuto accompagnato da una donna straniera e dal figlio di lei, ha fatto acquisti per tutti e pagato con la carta” ha ricordato la responsabile. Qualche giorno dopo era tornato per chiedere lo scontrino, sostenendo di averne bisogno per la dichiarazione dei redditi. Nel frattempo però i carabinieri avevano già ricevuto la denuncia e si erano messi sulle sue tracce, chiedendo informazioni proprio alle dipendenti del negozio: “La mia collega lo ha seguito e ripreso col cellulare, intanto io ho chiamato i carabinieri”.
Una volta condotto in caserma, C.M. aveva consegnato la carta di credito e lo scontrino. Don Occelli non ha mantenuto la querela per il furto, quindi nei suoi confronti è rimasta in piedi solo l’accusa di utilizzo indebito di carta di credito, perseguibile d’ufficio. Per questo reato il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto la condanna a nove mesi e 600 euro di multa. Il difensore, avvocato Roberto Tesio, si è limitato a domandare il minimo della pena, sottolineando che gli acquisti erano stati realizzati anche in favore di una donna che versava in stato di bisogno.
Il giudice Elisabetta Meinardi ha condannato l’imputato a un anno e un mese di reclusione, più una multa pari a 400 euro.
a.c.
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