Sassi sulle auto in corsa, dopo 25 anni ritorna la paura
Forze dell'ordine al lavoro per individuare i responsabili degli episodi verificatisi tra Busca e San Benigno. Prima di sabato scorso l’ultimo episodio nel Cuneese risaliva al 1997Mentre proseguono le indagini per individuare gli autori dei folli gesti, salgono a tre i casi di lanci di sassi e mattoni dal finestrino di un’auto in corsa, contro il parabrezza di vetture che arrivavano dalla direzione opposta. Tutti episodi avvenuti nella stessa serata, la notte tra sabato 19 e domenica 20 febbraio. Ad aggiungersi alle due segnalazioni registrate a San Benigno e a San Chiaffredo di Busca è un altro fatto, avvenuto nella zona industriale di Busca. La dinamica è la medesima dei casi precedenti: il guidatore ha visto il vetro anteriore della propria auto colpito da un sasso. Tutti gli occupanti sono rimasti miracolosamente illesi, tuttavia sono in molti a interrogarsi su cosa possa spingere una persona a compiere un gesto del genere, di cui le conseguenze avrebbero potuto essere ben peggiori.
A chi non è di primo pelo sarà venuta in mente la tragedia consumatasi poco più di 25 anni fa sull’autostrada Torino-Piacenza. Maria Letizia Berdini morì a 31 anni, vittima del gesto sconsiderato di un gruppo di giovani incoscienti. Tre fratelli e un cugino residenti a Tortona, tra i 18 e i 25 anni all'epoca dei fatti (il 27 dicembre 1996), lanciarono il sasso da un cavalcavia della A21 che colpì in pieno l’auto su cui viaggiava la donna. Lei, residente nel Bresciano, era diretta all’aeroporto di Caselle, da dove avrebbe dovuto partire per trascorrere il capodanno a Parigi. La donna era sposata da appena cinque mesi. La notizia della sua morte sconvolse l’Italia e l’Europa. Il processo che portò alla condanna dei tre a 18 anni e 4 mesi di carcere - pochi secondo gran parte dell’opinione pubblica - occupò a lungo le prime pagine dei quotidiani. Secondo l’accusa gli assassini agirono “per scacciare la noia”.
Ma il primo episodio in ordine di tempo nel nostro Paese era avvenuto nell’aprile 1986, quando una bambina di due mesi e mezzo, Maria Jlenia Landriani, morì a causa di una pietrata contro l’auto su cui viaggiava con i genitori, lungo la provinciale Milano-Lentate.
Tra il 1986 e il 2005, in Italia, si sono verificati otto casi mortali in situazioni analoghe. Altri episodi sono avvenuti anche negli anni successivi in tutto lo Stivale, tra questi quello di Cernusco sul Naviglio, che nel 2017 ha causato la morte di una donna.
La provincia di Cuneo ha i suoi precedenti, fortunatamente non mortali. Tra l’ottobre e il dicembre del ’95 si registrarono una serie di incidenti causati da grossi massi che venivano sistemati in orario notturno sulla statale che collega Cuneo a Savigliano, in particolare nella zona tra Centallo e Levaldigi. Vetture distrutte e denunce ai Carabinieri, ma i responsabili non furono mai trovati. L’incubo tornò nel gennaio 1997, poco dopo la tragedia di Tortona, quando l’auto di un giovane artigiano di Cuneo fu colpita da un sasso che per poco non lo prese in faccia.
Ora, a distanza di venticinque anni, la pianura cuneese è ripiombata nell’incubo. Ancora una volta è caccia alla “banda dei sassi”. L’auspicio è che polizia e carabinieri, che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza delle zone coinvolte, riescano a individuare i responsabili di quanto avvenuto.
Samuele Mattio
CUNEO cuneo - Sassi - Auto in corsa