Scacco allo spaccio in corso Giolitti: quindici arresti dopo le indagini dei carabinieri
L’operazione “Inside the City”, portata avanti per due anni, ha portato al sequestro di 300 “tegolini” di crack: “Erano tutti confezionati nello stesso modo”Ci sono voluti due anni, dall’autunno del 2022 al dicembre 2024, per smantellare una rete policentrica di spaccio nell’area di corso Giolitti e del cosiddetto “quadrilatero” di Cuneo. Hashish, marijuana ma soprattutto crack: la droga che oggi fa più paura, perché causa una pesante dipendenza.
“Il crack dà la sensazione di non averne mai a sufficienza” conferma il tenente Claudio Gramaglia, che ha coordinato l’operazione “Inside the City” in veste di capo della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Cuneo: “La dipendenza da crack non è analoga a quella delle altre droghe, dove c’è chi si fa uno spinello al sabato o una dose di cocaina ogni tanto: c’era chi tornava anche due o tre volte al giorno”.
La “caccia” allo spaccio, condotta dai carabinieri anche in altri punti sensibili della città (la zona di largo De Amicis, i Giardini Fresia, piazza Boves e il centro storico), ha portato già in corso d’opera a sette arresti in flagranza e due denunce in stato di libertà. Altre venti persone sono state denunciate a piede libero nel corso delle investigazioni. In gennaio, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Lucadello, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per tredici indagati, otto dei quali sono stati rintracciati e arrestati. Per altri due soggetti sono stati disposti il divieto di dimora in provincia di Cuneo in un caso e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nell’altro. Sei arresti sono stati eseguiti a Cuneo, uno a Torino e uno a Ventimiglia: per rintracciare i cinque latitanti sono stati attivati anche i canali di cooperazione internazionale fra le forze di polizia.
Gli indagati sono tutti immigrati irregolari, provenienti da diversi Stati dell’Africa occidentale: “Sono soggetti molto scaltri, - spiega il tenente Gramaglia - dediti prevalentemente a questa attività e non censiti sul territorio nazionale: si scambiavano lo stupefacente quando qualcuno ne era privo e anche i clienti, con una certa mutualità”. Gli spacciatori, senza fissa dimora, venivano ospitati saltuariamente da connazionali in abitazioni del centro storico o della periferia: “Arrivano in Italia in svariati modi. - chiarisce il comandante provinciale dei carabinieri Marco Piras - O vengono rimpatriati subito - il che accade raramente - o si trattengono per un motivo o per l’altro: hanno una rete di supporto, ma non è il tipo di vita che cercavano. Alcuni vanno a lavorare, altri si mettono a delinquere”.
L’operazione “Inside the City” ha portato anche a 33 perquisizioni domiciliari e personali, alla segnalazione di tredici persone come assuntori abituali e al sequestro di 300 dosi di crack e di svariate dosi di hashish. Nelle varie perquisizioni sono stati rinvenuti oltre 10mila euro in contanti. Una particolarità riguarda il confezionamento “in serie” della droga: i cosiddetti “tegolini”, di forma quadrata o rettangolare, erano tutti avvolti da un cellophane di colore giallo che distingueva il crack.
“Non ci illudiamo che il fenomeno sia terminato, quelli che abbiamo catturato sono alcuni soggetti ma ce ne sono altri che continuano a soddisfare la richiesta di chi vuole continuare a consumare droga” dice il colonnello Piras, sottolineando tuttavia che “è stata data una risposta di natura giudiziaria alle giuste lamentele dei residenti che cominciavano a sentirsi all’interno di un ghetto”.
Corso Giolitti non è più quel che era prima, assicurano i carabinieri. Lo testimonia il numero di denunce e segnalazioni alla stazione mobile, crollate nell’ultimo periodo: “Negli ultimi mesi non abbiamo avuto denunce da residenti di quell’area” conferma il maresciallo Stefano Imperatori, comandante della stazione di Cuneo.
Redazione

cuneo - CARABINIERI - immigrazione - droga - hashish - Corso Giolitti - Indagine - spaccio - Cuneo Centro - Cronaca - crack