Settemila chiamate al telefono dell’ex fidanzato: lui la porta in tribunale
Il 45enne, all’epoca residente a Mondovì, sosteneva di aver cambiato regione pur di sfuggire a quelle attenzioni continue: “Su Facebook lei mi dava dello stalker”Quando a denunciare lo stalking è lui: succede anche questo nelle aule di giustizia, seppur con minore frequenza rispetto al caso più tipico in cui la donna è vittima anziché - presunta - persecutrice.
La vicenda discussa in tribunale a Cuneo riguardava un 45enne di origini sarde, residente all’epoca dei fatti a Mondovì. Nel 2016 l’uomo aveva intrapreso una relazione con una donna di San Rocco Castagnaretta, nel comune di Cuneo, con la quale era poi andato a convivere. La loro relazione era però destinata a interrompersi nel luglio dell’anno successivo: “Lei ha reagito malissimo, iniziando a tartassarmi di chiamate. Telefonava di continuo, senza limiti né orari, tanto che l’ho bloccata su Whatsapp e su Messenger. Poi ha continuato a chiamarmi con numeri sconosciuti”. Il querelante ha parlato di “trenta o quaranta chiamate al giorno” nei periodi peggiori e la stima non pare esagerata. Agli atti risultano, nel complesso, circa 7700 telefonate dalle utenze riconducibili all’imputata.
L’ossessione sarebbe durata qualche anno, con tracce evidenti anche sui vari profili Facebook della ex convivente. Nell’ottobre del 2018 le era arrivata una prima diffida, nel frattempo lui aveva iniziato una nuova relazione con la sua attuale fidanzata. La circostanza, afferma il 45enne, avrebbe indispettito ancor più la ex: “Su Facebook mi diffamava dicendo che mi facevo mantenere dalle donne e minacciando la mia ragazza. Mi dava dello stalker e sosteneva che avrei dovuto farmi curare, facendo apprezzamenti sulle mie doti sessuali”. Non erano solo le offese a turbarlo, quanto soprattutto la sensazione di essere in qualche modo “osservato” da una donna che sembrava conoscere fin troppe cose anche sul conto della sua nuova compagna: “Ho smesso di frequentare l’Inter club e perfino di fare la spesa al mercato per paura”.
Infine la decisione di lasciare la provincia in cui viveva da vent’anni per trasferirsi nelle Marche: “Su Facebook e Messenger lei ha fatto capire che si sarebbe trasferita a sua volta per seguirmi. Aveva perfino pubblicato una foto della cittadina in cui saremmo andati a vivere e dell’istituto scolastico in cui doveva prendere servizio la mia fidanzata”. Solo in tempi più recenti, ha precisato la parte offesa, queste attenzioni sarebbero cessate: “Adesso lei non sta più facendo nulla, ha anche tolto dal profilo la foto in cui eravamo assieme”.
Forse è stata una circostanza decisiva nell’indurre lui a ritirare la denuncia a suo tempo presentata. Il procedimento giudiziario si è quindi concluso con il non doversi procedere, nella speranza che questa sia davvero l’ultima parola in tutta la vicenda.
a.c.
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