Si ferma dal benzinaio e viene aggredito a colpi di cric: condannato il responsabile
La denuncia di un marocchino a Borgo San Dalmazzo. Lâuomo aveva riconosciuto lâaggressore: âLo conoscevo solo di vista, avevamo discusso mesi primaâCi sarebbe una banale discussione al supermercato, avvenuta mesi prima, allâorigine dellâaggressione denunciata da un cittadino marocchino a Borgo San Dalmazzo. Al giudice lâuomo ha raccontato di essersi fermato presso un distributore di benzina, lungo la Statale 20, dove era stato colpito con un cric da un connazionale che conosceva di vista.
Da quellâaggressione senza motivo apparente il malcapitato era uscito con una frattura scomposta al braccio sinistro: âPerdeva molto sangueâ ha ricordato un poliziotto sopraggiunto sul posto, dopo la chiamata al 112. Il ferito aveva fornito subito indicazioni sul presunto responsabile: A.L., un suo connazionale 42enne. A suo dire, la violenza sarebbe scaturita da un episodio di sette mesi prima: âAvevamo avuto una discussione perchĂŠ non lo avevo salutato incontrandolo allâAuchanâ. In tribunale la persona offesa ha detto di aver visto A.L. parcheggiare davanti al suo furgone, mentre faceva rifornimento: âĂ uscito dallâauto, ha preso un cric e urlando âti ammazzoâ mi ha colpito al braccio, mentre cercavo di proteggermi la testa. Appena ha visto il sangue è scappatoâ.
Opposta la versione fornita dallâimputato, il quale ha parlato invece di una sua reazione a un tentativo di aggressione subita: sarebbe stato lâautore della denuncia ad avvicinarsi a lui e minacciarlo, per poi strattonarlo e prenderlo a pugni mentre si trovava ancora in auto. Solo in seguito si sarebbe difeso uscendo dalla vettura e reagendo, dopo essere stato colpito.
âIn entrambe le versioni emergono criticitĂ , anzitutto per quanto riguarda i motivi della liteâ ha osservato il pubblico ministero Lucadello. Il racconto dellâimputato, a giudizio del procuratore, ânon è totalmente implausibile, ma si può pensare a un eccesso colposo di legittima difesaâ. Scarso rilievo è stato dato invece dallâaccusa alla testimonianza di una donna, collega di lavoro dellâimputato, che ha riferito di aver assistito a una parte della scena: âNon ha saputo indicare nemmeno se A.L. fosse stato colpitoâ. Anche lui infatti aveva riportato lesioni, refertate con otto giorni di prognosi. A carico dellâimputato il pm aveva chiesto la condanna a tre mesi, previa riqualificazione del reato in eccesso colposo di legittima difesa. Per la parte civile lâavvocato Giraudo si è soffermato su alcune incongruenze dellâaccusato: âRiguardo alla presunta aggressione subita ha fornito piĂš versioni dei fatti, comunque senza mai dire di aver colpito la persona offesa. Ha taciuto una circostanza che non poteva essere omessa, a fronte di lesioni similiâ. La difesa, rappresentata dallâavvocato Mana, ha chiesto lâassoluzione per entrambi i capi dâimputazione, ovvero minaccia e lesioni. La persona offesa, ha sostenuto il difensore, avrebbe avuto i mezzi per âgestire fisicamente e neutralizzare un aggressoreâ: âĂ un buttafuori, chiamato tutte le sere a gestire conflitti e teste calde e dunque molto piĂš esperto dellâimputatoâ.
Il giudice Toscano, allâesito dellâistruttoria, ha condannato lâimputato per le lesioni a sei mesi di reclusione e al risarcimento dei danni da liquidarsi in sede civile, fissando una provvisionale di 15mila euro. Lâuomo è stato invece assolto per la minaccia poichĂŠ il fatto non sussiste.
a.c.

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