Tenda bis, il processo si sdoppia: a Torino le imputazioni più gravi
Il giudice Cavallo ha accolto le eccezioni delle difese. A Cuneo rimangono cinque dei quindici imputati originari, più la Grandi Lavori Fincosit che gestiva il cantiereSi divide in due tronconi il processo sui lavori nel “cantiere infinito” del Tenda bis. Nell’udienza odierna il giudice Sandro Cavallo ha infatti accolto le istanze delle difese relative all’incompetenza territoriale del tribunale di Cuneo sui reati più gravi contestati alla Grandi Lavori Fincosit, l’azienda che gestiva il cantiere sequestrato a maggio 2017, e a quindici imputati.
La decisione del giudice accoglie le medesime eccezioni preliminari che il precedente titolare del procedimento, trasferito ad altra sede, aveva invece rigettato. Il nocciolo della questione riguarda i documenti che certificavano lo stato di avanzamento dei lavori (SAL): per le difese la competenza territoriale andava assegnata a Torino dal momento che la documentazione era stata prodotta nel capoluogo regionale e depositata presso la sede dell’area compartimentale dell’Anas. L’accusa, contestando la falsità degli atti, riteneva invece che fossero stati compilati nel cantiere di Limone e che pertanto la giurisdizione fosse quella di Cuneo.
In virtù di quanto disposto dal giudice, per le ipotesi di truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e falso ideologico si procederà a Torino. A Cuneo resta il filone dell’inchiesta che ha riguardato i furti nel cantiere, la detenzione di materiale esplosivo e i reati ambientali. Dalle intercettazioni telefoniche erano emersi gravi indizi circa le irregolarità nel cantiere e i furti sistematici che sarebbero stati perpetrati da alcuni operai e dirigenti della Fincosit: i materiali sarebbero stati camuffati come rottami e rivenduti già a poche ore dalla consegna, con un incasso quantificato dagli inquirenti in almeno 100mila euro.
A seguito della maxi operazione della Guardia di Finanza, coordinata dall’allora procuratore capo Francesca Nanni, erano stati rinviati a giudizio sedici imputati. Uno di loro, il direttore dei lavori e funzionario Anas Vincenzo D’Amico, è nel frattempo deceduto. A rispondere dei reati contestati dalla Procura di Cuneo restano il direttore tecnico Antonino Froncillo, i dipendenti Fincosit Giuseppe Apone e Antonio Palazzo (direttore del cantiere e capo cantiere), gli operai Luigi Mansueto e Nunziante De Rosa. Anche la Grandi Lavori Fincosit resta nel procedimento cuneese in qualità di responsabile civile. Tra le parti civili ammesse figurano l’Anas, il comune di Limone Piemonte e la Provincia di Cuneo oltre alla Repubblica francese.
L’apertura dell’istruttoria è fissata per il 14 maggio con l’audizione del luogotenente di Finanza Marcello Casciani e di cinque testimoni del pubblico ministero.
Andrea Cascioli
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