Timbrava il badge all'ospedale, ma poi andava a fare visite private in nero: rinviato a giudizio chirurgo del Santa Croce
Claudio Novali, primario di Chirurgia Vascolare, dovrà rispondere dei reati di truffa ai danni dello Stato e peculato. La finanza gli ha sequestrato 17 mila euroLa Guardia di Finanza di Cuneo ha proceduto al sequestro per equivalente della somma di oltre 17 mila euro nei confronti di Claudio Novali, per 24 anni primario di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo. Secondo le Fiamme Gialle, che nel pomeriggio di oggi, giovedì 9 gennaio hanno diramato un comunicato, il professionista "in violazione delle norme che disciplinano l’attività 'intramoenia' ospedaliera esercitata presso centri o strutture sanitarie private, aveva effettuato circa 300 visite mediche specialistiche facendosi corrispondere l’onorario senza rilasciare la necessaria documentazione fiscale. Nel caso di specie, trattandosi di attività “intramuraria”, una parte del compenso avrebbe dovuto essere versata nelle casse dell’Azienda Ospedaliera".
L’indagine, nata due anni fa, aveva permesso ai finanzieri di acquisire informazioni relative a presunte attività illecite poste in essere primario ed avevano evidenziato la commissione dei reati di truffa ai danni dello Stato e peculato, reati per i quali Novali è stato rinviato a giudizio. "Nello specifico, è stato appurato che il professionista, in violazione delle norme che disciplinano l’attività 'intramoenia' ospedaliera esercitata presso centri o strutture sanitarie private, aveva effettuato circa 300 visite mediche specialistiche facendosi corrispondere l’onorario senza rilasciare la necessaria documentazione fiscale. Nel caso di specie, trattandosi di attività 'intramuraria', una parte del compenso avrebbe dovuto essere versata nelle casse dell’Azienda Ospedaliera".
"Inoltre - conclude la Guardia di Finanza di Cuneo -, è stato accertato che in alcuni casi lo stesso professionista effettuava le menzionate visite recandosi presso studi medici privati in orari in cui avrebbe dovuto essere presente nella struttura ospedaliera, in particolare dopo aver timbrato con il badge elettronico l’ingresso in ospedale per poi allontanarsi e rientrarvi smarcando nuovamente il badge per attestarne l’uscita. La somma sequestrata per equivalente corrisponde alla quota parte spettante all’Azienda Ospedaliera per le visite in nero effettuate dal professionista".
Redazione
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