Un esame “proibito” manda a processo un ottico
In tribunale il presidente nazionale di Federottica: “La tecnologia ha superato la legislazione”. Anche l’Ordine dei Medici si è costituito in giudizioÈ stato un semplice esame a mettere nei guai un giovane ottico fossanese che deve ora rispondere davanti alla giustizia di esercizio abusivo della professione di oculista. Contro di lui si è costituito l’Ordine dei Medici, per un episodio del maggio 2020.
L’ottico aveva accolto nel suo punto vendita di Savigliano una cliente che aveva chiesto di effettuare una misurazione della pressione oculare. A detta della donna, il professionista avrebbe fatto presente, più volte, che sarebbe stato più opportuno rivolgersi a un oculista. Ciononostante, alla fine aveva acconsentito a effettuare l’esame con un tonometro a soffio. Lei, però, non era una cliente qualsiasi. Si trattava infatti di un’investigatrice dell’agenzia Argo di Milano, incaricata proprio di saggiare la disponibilità a effettuare quel tipo di visita. In tribunale, sentita come testimone, ha dichiarato che l’ottico aveva riscontrato la presenza di piccole macchie sull’iride e sollecitato “controlli specifici presso un oculista, perché lui non poteva rilasciare una diagnosi, non essendo un medico”.
Questo non è bastato ad evitargli l’inchiesta e il rinvio a giudizio. Nell’ultima udienza del processo a suo carico ha deposto anche il presidente nazionale di Federottica, l’associazione di categoria più rappresentativa del settore. Andrea Afragoli, convocato dalla difesa, ha parlato di “un disallineamento oggettivo” fra le competenze attuali degli ottici e il loro profilo professionale, vecchio di un secolo. Un problema sentito dalla categoria, soprattutto da quando la tecnologia ha fornito molti strumenti che una volta non esistevano. Tra questi c’è appunto il tonometro a soffio: prima dell’introduzione di tale apparecchio, per misurare la pressione occorreva un anestetico. Il nuovo apparecchio, invece, sfrutta un soffio d’aria che modifica per una frazione di secondo la curvatura della cornea: “In base a questo, - spiega Afragoli - lo strumento è in grado di fornire il valore pressorio all’interno dell’occhio. Ma è un’indicazione puramente numerica, come misurare la pressione delle gomme”.
A richiedere l’esame, aggiunge il leader di Federottica, sono spesso persone con un glaucoma già diagnosticato: “Conosciamo i tempi di attesa in ospedale e dallo stesso medico oculista, a cui si aggiungono i costi. Mentre è molto semplice e conveniente rivolgersi a un centro ottico che abbia questo strumento”. Senza dimenticare che l’ottico non può fornire alcuna diagnosi, ribadisce Afragoli, eventuali anomalie possono essere segnalate subito dal paziente a un medico oculista.
Una normativa vecchia ormai di oltre trent’anni - risale al 1992 - fornisce un elenco di strumentazioni che gli ottici possono utilizzare: non vi compare il tonometro a soffio ma, sostiene il teste, “è assai probabile che quando il legislatore ha scritto questo documento, lo strumento non esistesse”. L’elenco del resto non è mai stato rivisto da allora, contrariamente alle previsioni del legislatore. Esiste in compenso un decreto che norma l’offerta formativa nei corsi di ottica e che prevede anche “esercitazioni pratiche di tonometria”.
Il prossimo 9 dicembre accusa e difesa rassegneranno le rispettive conclusioni.
Andrea Cascioli
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