Va a rubare con la lista della spesa, condannato un maghrebino
In tasca i carabinieri di Borgo San Dalmazzo gli avevano trovato un elenco di prodotti da “prelevare”. A casa, invece, aveva intere buste della spesa pieneNon si può dire che mancasse di lungimiranza il ladro sorpreso nel maggio del 2021 a Borgo San Dalmazzo, appena uscito dal Penny Market, con una vera e propria “lista della spesa” in tasca. Sul foglio erano indicati più o meno tutti i prodotti che i carabinieri avevano rinvenuto nel suo zaino: una quarantina di contenitori di shampoo, per un valore di 108 euro.
K.E.S., cittadino marocchino residente in Veneto ma domiciliato a Cuneo, è stato condannato sette mesi di reclusione e 170 euro di multa dal giudice Marco Toscano. Furto e ricettazione, le accuse contro di lui: una dipendente del supermercato l’aveva visto “servirsi” nelle corsie e poi recarsi da lei alle casse sostenendo di aver preso solo un succo di frutta, che aveva in effetti pagato. L’addetta aveva quindi richiamato l’attenzione della responsabile del Penny Market, la quale a sua volta aveva allertato i carabinieri: “Ricordo che mi guardava con nonchalance” ha poi riferito quest’ultima.
Nei confronti del sospettato era scattata anche una perquisizione domiciliare. In un armadio della sua abitazione in Cuneo vecchia i militari avevano censito 115 beni tra prodotti di igiene intima e alimentari, per un valore di 785 euro. Perlopiù si trovavano ancora imbustati nei sacchi dei supermercati. Poiché il soggetto era disoccupato e non aveva fornito giustificazioni sulla provenienza di quei beni, i carabinieri avevano contattato il personale di tre punti vendita borgarini - il Best One, il Conad e lo stesso Penny Market: tutti avevano confermato di aver subito furti. Nello specifico, il titolare del Best One ha riferito di essere stato derubato di alcuni dopobarba, mentre al Conad erano state sottratte diverse confezioni di caffè Lavazza.
All’esito dell’istruttoria, il pubblico ministero Gianluigi Datta ha chiesto per l’imputato la condanna a un anno e sei mesi di reclusione, più 1500 euro di multa. L’avvocato Giulia Dadone ha rilevato “serie problematiche a livello procedurale”: “Tutto si è concentrato su quel che l’imputato avrebbe detto nell’immediatezza del controllo, ma non abbiamo verbalizzazioni. Altro elemento che desta perplessità è che molti di questi esercizi commerciali non facessero neppure l’inventario: possiamo dunque ricondurre i furti al periodo di specie e all’imputato?”. Sempre dalle dichiarazioni dell’imputato, ha aggiunto il legale, sarebbe emersa la presenza di un presunto coinquilino: “Ma sul punto non sono state effettuate verifiche”.
a.c.
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