Anas e i costruttori escono dal processo per il crollo del viadotto di Fossano
Colpo di scena in aula: il giudice ammette l’esclusione dei responsabili civili. A giudizio restano i dodici imputati, tra tecnici, operai e controllori dei lavoriÈ finito prima ancora di cominciare il processo ai presunti responsabili civili del crollo del viadotto lungo la Statale 231 a Fossano.
Il giudice Alice Di Maio, infatti, ha accolto con un’ordinanza la richiesta di esclusione che i legali delle tre imprese citate in giudizio e dell’Anas avevano presentato alla scorsa udienza. A motivare la decisione è la presenza nel fascicolo del dibattimento dei risultati di alcuni accertamenti tecnici irripetibili che la Procura aveva disposto in fase di indagini preliminari. Le difese contestavano, in subordine, la nullità della notifica dei decreti di citazione dei responsabili civili.
Il pubblico ministero e le parti civili (ovvero il ministero delle Infrastrutture, la Provincia di Cuneo e la stessa Anas) si erano opposti, evidenziando che la questione avrebbe potuto essere superata ripetendo in contraddittorio con le difese gli accertamenti tecnici, mediante l’utilizzo del materiale ancora in sequestro. Il giudice tuttavia ha respinto queste argomentazioni, osservando che tali accertamenti hanno comunque portato all’acquisizione di “elementi di prova potenzialmente pregiudizievoli”: “Nel valutare la richiesta di esclusione - afferma il giudice - occorre verificare l’esistenza dell’atto non ripetibile, mentre è precluso qualsiasi sindacato in ordine alla concreta incidenza sulla posizione del responsabile civile”.
In altre parole, il punto centrale è che le imprese indagate non ebbero la possibilità di partecipare agli accertamenti con i loro esperti. In virtù di questo si “sfilano” ora dal procedimento penale le tre aziende che la Procura aveva chiamato in causa: la Grassetto spa, la Infrastrutture Stradali srl e la Pel.Car srl. La prima, controllata del gruppo Gavio, è l’impresa che nel 1990 vinse l’appalto per la costruzione della tangenziale di Fossano, assegnato nell’ambito delle Colombiadi di Genova. Infrastrutture Stradali e Pel.Car. si occuparono invece di successivi appalti, effettuando ulteriori lavori di manutenzione del cavalcavia tra la Statale 231 e via Marene, crollato nella mattina del 18 aprile 2017. Fa storia a sé la posizione dell’Anas, chiamata in causa sia perché da un lato sarebbe stata danneggiata da chi eseguì le opere, sia perché dall’altro avrebbe dovuto - secondo le accuse - vigilare meglio su quanto accadeva.
Sei dei dodici imputati che hanno scelto il rito ordinario sono appunto funzionari dell’ente pubblico per le infrastrutture stradali, accusati di omesso controllo. Insieme a loro ci sono sei tecnici e operai delle aziende appaltatrici, citati per negligenza e imperizia. Due dei quattordici soggetti rinviati a giudizio, un ingegnere e un geometra, hanno invece chiesto e ottenuto il processo in abbreviato.
Quel che cambia in concreto, dopo l’esclusione dei responsabili civili, è che l’eventuale responsabilità penale ricadrà tutta in capo ai singoli imputati. In caso di condanna, saranno loro a dover corrispondere i danni. Resta comunque aperta la possibilità di avviare un procedimento civile verso le aziende, indipendentemente dall’esito del processo penale. Al prossimo 20 giugno è fissato l’inizio dell’istruttoria, con l’audizione dei primi testi e consulenti della Procura. L’istruttoria, secondo le previsioni, dovrebbe esaurirsi il 12 dicembre, di modo che tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 si arrivi a sentenza.
Andrea Cascioli
FOSSANO Anas - Fossano - Provincia - Cronaca - Crollo - Disastro - viadotto