“Ciama ‘l 112”: la campagna antitruffe dell’Arma parla agli anziani in piemontese
Volantini in due lingue, stampati dalla Provincia, per invitare le potenziali vittime a tenere gli occhi aperti. Il consiglio dei carabinieri: “Non troppi contanti in casa”“Contra j’ambreuj, ciama ‘l 112”: ovvero, in italiano, “contro le truffe, chiama il 112”. Uno slogan semplice, quello scelto dal comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, che parla in una lingua familiare alle più comuni vittime di truffe, gli anziani.
“Se parli con un uomo in una lingua che capisce, arriverai alla sua testa. Se gli parli nella sua lingua, arriverai al suo cuore” dice, citando Mandela, il colonnello Giuseppe Carubia, comandante dell’Arma nella Granda. È stata questa intuizione ad ispirare l’idea di un volantino scritto in piemontese (ma ne esiste anche una versione in italiano): sette regole da tenere a mente per evitare di incorrere in spiacevoli sorprese, la prima delle quali è anche la più importante. “Nen deurve la porta a chi cognësse nen, combin ch’a diso ‘d travajé për chèich servisse d’utilità publica”, vale a dire: non aprite la porta a sconosciuti, anche se dicono di lavorare per servizi di pubblica utilità. E se avete dubbi, appunto, chiamate subito il 112.
“La regione Piemonte - spiega Carubia - è tra quelle maggiormente esposte al fenomeno delle truffe: questo ci stimola molto non solo nell’attività repressiva e investigativa, ma anche nell’andare sul territorio con un’attività di sensibilizzazione e di informazione”. Lo scorso anno sono stati ben 135 gli incontri nelle associazioni e nelle parrocchie, grazie anche alla disponibilità degli enti locali. Hanno dato buoni frutti, come dimostrano gli episodi di truffe sventate: l’ultimo è avvenuto a Niella Tanaro, dove una signora ha sventato la manovra di due soggetti che si spacciavano per appartenenti alle forze dell’ordine. Alla potenziale vittima è bastato rispondere che avrebbe subito chiamato il 112 per sincerarsene, e i malfattori si sono dileguati. “Quella signora aveva partecipato a un nostro incontro” fa sapere il colonnello.
Ad aiutare i carabinieri nella loro campagna “porta a porta” è stata la Provincia di Cuneo, che ha messo a disposizione la stamperia. Il presidente della Provincia Luca Robaldo, intervenendo nell’incontro di presentazione all’Unitre di Cuneo, ha rivendicato il patrocinio dell’iniziativa: “All’Arma - ha aggiunto - formulo un ringraziamento non solo per le attività preventive in questo contesto, ma anche per tutto quello che ci consente di fare in tante occasioni, a partire dalle manifestazioni e dal controllo del territorio”.
A illustrare i contenuti del volantino all’ampia e attenta platea ha provveduto l’appuntato Dante Bruno, buschese. Il professor Giovanni Tesio, insigne filologo e autore del testo in piemontese, ha parlato dei criteri utilizzati per rendere i consigli dei carabinieri in “una scrittura quasi letteraria, con una base di ‘koiné’, cioè di torinese”: “Sappiamo tutti che da paese a paese ci sono variazioni e addirittura in uno stesso paese ci possono essere ‘cantoni’ in cui si parla in modo diverso. L’idea del volantino è singolare perché obbligherà le persone, finalmente, a capire che il piemontese si può anche leggere facilmente”.
Il comandante della compagnia di Cuneo, capitano Sergio Pagliettini, è entrato poi nel merito della questione, descrivendo le varie tipologie di truffe: da quelle finanziarie (il cosiddetto “schema Ponzi”) ai raggiri che sfruttano gli annunci online, sia di acquisto che di vendita. Ma anche gli inganni a sfondo sentimentale, o le truffe di strada: una persona che avvicina un anziano fingendo di essere un ex compagno di classe del figlio, oppure - come abbiamo raccontato di recente - di voler lasciare una cassetta di frutta a un suo vecchio conoscente. Nella nostra zona, precisa il capitano, le fattispecie più comuni sono le truffe telefoniche: qualcuno che chiama sostenendo di essere, per esempio, un maresciallo dei carabinieri. Provoca il panico nell’interlocutore dicendo qualcosa come “suo figlio si è reso responsabile di un incidente terribile” e offrendosi poi di sistemare tutto con una specie di “cauzione”. Un altro classico è il falso operatore dell’acquedotto o della società del gas: con una bomboletta per ricaricare gli accendini si spruzza un po’ di gas in casa e si invitano i proprietari a preservare l’oro dalla “corrosione”, mettendolo in frigo o in forno.
“I carabinieri - ha messo in chiaro il colonnello Carubia - non chiedono soldi a nessuno: se qualcuno in divisa chiede denaro, è sicuramente un tentativo di truffa”. Un consiglio agli anziani? Non tenere in casa troppi contanti: di recente, in occasione di un furto sono stati portati via 100mila euro in contanti all’interno di una scatola di scarpe. La signora, si è scoperto, metteva da parte questi soldi all’insaputa del marito. “Tenere troppi contanti in casa - ha spiegato il colonnello - ha una duplice conseguenza negativa: da un lato il danno che si subisce, dall’altro il fatto che questi soggetti - operanti in batterie ben organizzate - possono prendere di mira le vittime già conosciute e reiterare il reato”.
Andrea Cascioli
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