Crollo del viadotto di Fossano, il processo può (finalmente) partire
Le difese di tre dei dodici imputati chiedono sentenza di non luogo a procedere. Tra un mese arriva il calendario delle udienze, a due anni dai rinvii a giudizioDopo due cambi di giudice si appresta finalmente a partire il processo per il crollo del viadotto di Fossano del 18 aprile 2017. Oggi a Cuneo è svolta l’udienza filtro di fronte al giudice Giovanni Mocci. Per il disastro sono a processo sei tecnici e operai delle imprese appaltanti e altrettanti funzionari Anas (altri due imputati sono già stati giudicati - e assolti - in abbreviato).
Dal procedimento si sono invece “sfilate” l’Anas e le imprese edili che la Procura aveva chiamato in causa: la Grassetto spa, la Infrastrutture Stradali srl e la Per.Car srl. A motivare la decisione, analoga a quella adottata nei confronti dei responsabili civili del crollo del ponte Morandi di Genova, è stata la presenza nel fascicolo del dibattimento dei risultati di alcuni accertamenti tecnici irripetibili, che la Procura aveva disposto in fase di indagini preliminari. L’ordinanza con cui la prima titolare del fascicolo, il giudice Alice Di Maio, aveva disposto l’esclusione delle aziende dal processo è stata rinnovata dal collega.
Per gli stessi motivi, il giudice ha disposto che le consulenze richieste dalla Procura (in assenza dei difensori) siano inutilizzabili nei confronti di tre dei dodici accusati: l’amministratore della Pel.Car Marcello Graziano, la responsabile tecnica Maria Rosalba Vassallo e l’ingegnere dell’Anas Giulio Accili. Si tratta degli imputati chiamati a giudizio nell’ambito del terzo filone d’inchiesta, quello relativo ai lavori di manutenzione del 2006. La presunta incuria che i periti della Procura hanno evidenziato a loro carico è emersa solo durante gli accertamenti: in precedenza, quindi, non si era ipotizzata nessuna responsabilità.
Il problema, evidenziato dall’avvocato Razzino, è che “gli accertamenti non sono ripetibili, perché i cavi di precompressione hanno subito modifiche non più reversibili”. Il sostituto procuratore Pier Attilio Stea, titolare del fascicolo, ha concordato circa l’“inutilizzabilità relativa” degli elementi assunti tramite le consulenze, ma non riguardo alla “totale irripetibilità” degli accertamenti: su questo, sostiene il pubblico ministero, dovrebbero essere i consulenti tecnici ad esprimersi. Il procuratore si è opposto anche alla richiesta di non luogo a procedere nei confronti dei tre imputati, presentata dallo stesso avvocato Razzino, “perché, sebbene non siano utilizzabili le conclusioni dell’accertamento tecnico, ci sono prove documentali a monte su cui si fondano i rilievi”.
Tra un mese esatto, il prossimo 21 marzo, il giudice dovrà sciogliere la riserva sull’eventuale non luogo a procedere, così come sulle varie richieste istruttorie avanzate. In quella data dovrebbe anche essere calendarizzata l’istruttoria.
Andrea Cascioli
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