Dossier illeciti su politici e vip, un finanziere indagato dopo la denuncia di Crosetto
Un tenente dell’Antimafia avrebbe acquisito informazioni riservate senza alcuna autorizzazione. Il ministro accusa: “Pezzi di Stato lavorano contro le istituzioni”Parte da una denuncia presentata lo scorso 31 ottobre da Guido Crosetto l’inchiesta della Procura di Perugia che ha portato alla luce un’estesa rete di dossieraggi illeciti, ai danni di politici e personalità pubbliche. Ad allertare il ministro della Difesa cuneese, in carica da una settimana appena, era stata la pubblicazione di informazioni riservate sul quotidiano Domani, relative ai redditi da lui percepiti nel triennio 2018-2021.
Da Roma l’inchiesta è passata per competenza ai magistrati di Perugia. Il capo della Procura umbra, Raffaele Cantone, ha reso noto che le indagini “si sono ovviamente estese rispetto all’ipotesi originaria di violazione di notizie riservate in danno del Ministro Crosetto e sono state già sentite numerose persone ed esaminata una rilevante quantità di documenti”. La presunta “spia” è Pasquale Striano, un tenente della Guardia di Finanza distaccato alla Procura Nazionale Antimafia, nel gruppo di lavoro che si occupava di Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) a livello bancario. Sarebbe stato lui ad effettuare centinaia di accessi alle banche dati, senza autorizzazioni preventive da parte della magistratura.
A destare i primi sospetti era stata nel 2020 la pubblicazione su alcuni organi di stampa di informazioni riservate che riguardavano, tra gli altri, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il premier in carica Giuseppe Conte e il suo portavoce Rocco Casalino. Tuttavia solo alcune delle centinaia di ricerche non lecite sulle banche dati ricostruite dagli investigatori sarebbero finite alla stampa. Il militare, ora indagato per accesso abusivo a sistemi informatici e perquisito nei mesi scorsi, non lavora più in quegli uffici. Il quotidiano La Repubblica fa sapere che l’indagato “nega ogni irregolarità, ammette il fatto ma spiega che le interrogazioni al sistema venivano effettuate abitualmente dal suo ufficio per motivi di servizio”. Cantone assicura che gli accertamenti vengono condotti “con la piena collaborazione ed in totale sintonia” con il procuratore nazionale antimafia che, da parte sua, “aveva, già prima dell'avvio dell'indagini, provveduto a riorganizzare radicalmente il servizio”. Le indagini sono state, in particolare, delegate al Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma, il cui comandante ha individuato un pool di investigatori.
Nulla è dato sapere, per ora, sugli eventuali mandanti dei dossieraggi o sui possibili scopi - politici o di mero ricatto - dell’operazione. Il titolare della Difesa parla di “un tentativo di condizionare la composizione del nuovo governo attraverso l’acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false per attaccarmi. A parte la grave fuga di notizie, mentre l’indagine è ancora in corso, che rischia di inficiare il grande lavoro fatto prima dalla procura di Roma e ora da quella di Perugia - prosegue Crosetto - considero gravissimo che pezzi dello Stato possano aver lavorato deliberatamente per indebolire le istituzioni e perseguire interessi evidentemente opachi. Attendo fiducioso gli accertamenti della magistratura su questa torbida vicenda”.
Il politico di Marene, però, in una lettera al Corriere della Sera avanza sospetti anche su quanto sta accadendo in queste ore, dopo le rivelazioni sull’inchiesta: "Ma perché c’è chi fa uscire ora questa notizia? Ho un sospetto grave: non è che qualcuno vuole alzare polveroni per nascondere la verità? Chi sta cercando di precostituirsi delle difese?”. Da parte sua nessun dubbio su eventuali responsabilità della Direzione Nazionale Antimafia, anzi: “Ho lasciato per ultima - aggiunge - la domanda più grave: perché colpire anche la Dna, il più alto baluardo morale contro la criminalità organizzata? Cui prodest? Non certo alla magistratura onesta che, con coraggio, lavora per difendere ognuno di noi. Temo che, dietro questa gravissima vicenda, ci possa essere un mondo grigio, un porto delle nebbie, che sarebbe interesse nazionale disvelare”.
Solidarietà al ministro è giunta tra gli altri, oltre che dai capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan, dal leader di Iv Matteo Renzi e dal presidente del gruppo Azione-Italia Viva e componente del Copasir Enrico Borghi. Il collega di governo e di partito Adolfo Urso, ministro dello Sviluppo economico, denuncia a sua volta alla commissione di vigilanza Rai: “Anch’io ho subito la violazione della casella email durante la presidenza del Copasir”.
Redazione
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