Entra nel bar a Fossano e ruba le mance dei camerieri. A “pizzicarlo” è una telecamera
L’autore del furto è stato condannato anche a risarcire i dipendenti del locale. Nelle riprese lo si vedeva infilare il bussolotto sotto la giacca e uscire“Il resto è mancia”, come si suol dire. Non nel caso di Giuseppe Mattana, saluzzese, condannato proprio per essersi appropriato delle mance in un locale di Fossano, il Caffè Roma Bistrot. Non si sa quanto possa aver fruttato il furto, avvenuto nel gennaio dello scorso anno: secondo il titolare e un cameriere presente, nel bussolotto poteva esserci un centinaio di euro.
Il locale si è comunque costituito parte civile nel processo, dopo che l’uomo è stato individuato grazie alle riprese delle telecamere. Lo si vedeva prendere il salvadanaio e nasconderlo sotto la giacca per poi uscire, il tutto mentre la donna che era con lui si era allontanata per andare in bagno: “Era venuto quel pomeriggio a prendere il caffè, ma prima non lo avevo mai visto” ha testimoniato il cameriere che lo ha poi riconosciuto, in base al fascicolo fotografico presentatogli dai carabinieri.
Il dubbio che ha più attanagliato l’accusa e la difesa durante il processo era relativo alla denuncia: aveva titolo per sporgerla il titolare del bar, o avrebbero dovuto sottoscriverla i camerieri? Non è una questione di lana caprina, perché un’eventuale irregolarità nella querela avrebbe reso - ai sensi della riforma Cartabia - il reato improcedibile. In altre parole, niente più accuse e tanti saluti. Il pubblico ministero ha sostenuto che la querela fosse valida perché “è vero che le mance sono destinate ai dipendenti del locale, ma si tratta di un’elargizione effettuata dal titolare”. Dello stesso parere il patrono di parte civile, che ha rilevato inoltre come “l’oggetto della condotta criminale era costituito da mance su cui i camerieri fanno particolare affidamento, perché rappresentano un’entrata extra”. Un reato odioso, insomma.
Per la difesa invece il vizio di forma c’era eccome: l’avvocato ha menzionato a questo proposito una recente ordinanza con cui la Cassazione ha stabilito che “le erogazioni liberali percepite dai dipendenti rientrano nell’ambito della nozione onnicomprensiva di reddito”. In altre parole, i soldi sono dei camerieri e sono loro, casomai, a doversi attivare per chiedere giustizia. Allargando lo sguardo al panorama internazionale, vale la pena ricordare che nel 2008 Starbucks era stata condannata negli Usa per aver trattenuto la bellezza di 86 milioni di mance arretrate: soldi che avrebbe dovuto suddividere tra gli oltre 100mila dipendenti.
Il giudice ha comunque ritenuto valido l’impianto accusatorio: il ladro di mance è stato condannato a sei mesi di reclusione e 210 euro di multa, più un risarcimento di 300 euro in favore del bar Roma. Lo stesso imputato era già stato condannato per una rapina all’ufficio postale di Cavallerleone avvenuta nel 2013: insieme a due complici, Mattana aveva impugnato una pistola giocattolo e colpito alla testa un’impiegata.
a.c.
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