Fossano, i condomini denunciano l’ex amministratore per presunti ammanchi da migliaia di euro
L’imputato, genero dell’anziano proprietario dell’immobile, deve rispondere di appropriazione indebita a seguito delle accuse mosse contro di lui dai cognatiÈ una vicenda con risvolti economici rilevanti, complicata dai rapporti di parentela tra le parti, quella per cui l’ingegner P.G., fossanese classe 1957, si trova ora a rispondere di appropriazione indebita.
Il professionista è il genero di un noto veterinario, scomparso nel 2016 all’età di 91 anni. Era stato proprio lui ad affidare a P.G. il compito di amministrare due condomini di sua proprietà, in parte già suddivisi tra i cinque figli ed eredi prima ancora della sua scomparsa. Il rapporto di fiducia tra i due aveva fatto sì che il genero operasse con una certa libertà sui conti. Troppa, a detta dei cognati, che lo hanno accusato di aver distratto fondi per migliaia di euro dal conto condominiale nell’arco di diversi anni. Il primo campanello d’allarme riguardava alcune liquidazioni di sinistri: “Sapevamo che venivano denunciati - ha spiegato una delle cognate di P.G. - ma non se le pratiche assicurative andassero a buon fine. Poi abbiamo scoperto che i conti non quadravano, ci venivano addebitate spese che non avremmo dovuto sostenere”. I neo proprietari avevano quindi incaricato un geometra di effettuare una revisione contabile che aveva confermato i loro dubbi.
Oggi è stata la volta dell’ex amministratore di rendere la propria versione al giudice. Lo ha fatto nel corso di un esame durato oltre tre ore, respingendo ogni accusa: “I miei conteggi differiscono dall’estratto conto bancario perché mio suocero era solito inserire in un unico assegno sia i soldi da versare sul conto condominiale, sia i rimborsi che mi doveva per i lavori che facevo eseguire a mie spese”. Alcuni esempi? “La ristrutturazione di una proprietà a Limone, della cappella di famiglia al cimitero, di vari suoi alloggi che necessitavano di riparazioni. Anticipavo i pagamenti, poi lui mi restituiva il dovuto”. A suo dire, tutti in famiglia erano a conoscenza del fatto che il suo ruolo fosse più affine a quello di un curatore che di un semplice amministratore: “Per seguire gli affari di mio suocero non ho mai voluto compensi. Quasi sempre mi restituiva i soldi in contanti, ma non ho tenuto alcuna ricevuta. Erano cose talmente vecchie, non pensavo mi sarebbero servite”.
La questione dei giustificativi di spesa è dirimente: “Non li ho, perché ha conservato tutto mio suocero - ammette l’imputato -. Tuttavia, guardando le operazioni in banca si può osservare che spesso i prelievi che facevo erano contestuali ai versamenti dello stesso giorno ed erano sempre inferiori ad essi”. Gli autori della querela lamentano in particolare il computo di riparazioni “fantasma” che sarebbero state pagate da loro ma mai effettuate: un’inquilina, ad esempio, aveva confermato di non aver mai ricevuto l’elettricista per una riparazione elettrica che pure era stata addebitata. E così per le chiamate all’idraulico e per altri interventi. Sul punto l’ex amministratore è stato risoluto: “Non mi risulta ci siano lavori eseguiti per conto del condominio che non abbiano giustificativo. Diverso il caso delle riparazioni negli alloggi, gestite dai proprietari: qui mi occupavo solo di aprire il sinistro e fare da tramite con l’assicurazione. Queste fatture non sono mai state riportate nel bilancio condominiale appunto perché riguardavano solo i proprietari”.
Il prossimo 21 febbraio il giudice ascolterà i testimoni della difesa, prima della chiusura dell’istruttoria.
a.c.
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