Fossano, rifiutò di scendere dal treno perché senza biglietto: condannato un giovane nigeriano
I carabinieri avevano dovuto trascinare di peso lui e un amico, entrambi residenti a Ceva, dopo che il capotreno aveva cercato senza successo di allontanarliQuando i carabinieri erano saliti sul treno, fermo alla stazione di Fossano, avevano notato un fuggi fuggi di persone e un paio di giovani che apparivano “molto agitati”.
A richiedere l’intervento delle forze dell’ordine era stato il capotreno, dal momento che i due ragazzi, V.E. e U.O., non volevano saperne di scendere dopo essere stati trovati senza biglietto. Neanche l’intervento dei militari era bastato però a far mutare atteggiamento ai due: “Abbiamo tentato di farli scendere ma non volevano. Alla richiesta di presentare i documenti ci hanno risposto che ‘erano regolari’ senza però mostrarceli” ha testimoniato un appuntato dell’Arma.
Alla fine i carabinieri si erano visti costretti a sollevarli di peso e portarli in banchina per consentire al treno di ripartire. A carico dei due giovani, entrambi di nazionalità nigeriana e residenti a Ceva, era quindi scattata la denuncia per il rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità. Il solo V.E. doveva rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale per l’episodio accaduto nel febbraio 2018.
Quanto al primo capo d’accusa, la Procura stessa ha chiesto di non procedere per questo reato per il quale è intervenuta l’oblazione. Il pubblico ministero ha domandato invece la condanna di V.E. a sei mesi di reclusione per aver spintonato uno dei carabinieri intervenuti. La difesa per contro ha affermato che la reazione del giovane fosse imputabile a un “atto illegittimo” del militare, poiché non esisterebbe una norma di legge che imponga a chi è sprovvisto di biglietto di scendere dal treno.
Il giudice ha assolto gli imputati per il rifiuto di identificarsi e ha condannato V.E. alla pena finale di quattro mesi per la resistenza a pubblico ufficiale.
a.c.
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