Graffi alle auto e minacce: il “bullo del quartiere” ora si è pentito
L’uomo, un fossanese, è accusato anche di aver minacciato di sfregiare due passanti con una lama. Uno di loro lo ha perdonato: “Credo nella giustizia riparativa”“Per fortuna abbiamo l’opportunità di rinascere molte volte durante la nostra vita”: lo ha scritto in una lettera, indirizzata alla persona che lo aveva minacciato con un coltello, un uomo di 69 anni che alcuni giorni fa il giudice ha sentito come testimone.
Alla sbarra c’è l’uomo accusato per quell’episodio di minaccia e detenzione abusiva d’arma, oltre che per danneggiamento e furto. Una sequela di reati consumati in un arco di tempo abbastanza breve, nel 2021. Dopo i vari episodi l’imputato, A.S., un fossanese, è finito in comunità e si è scusato con almeno una delle vittime delle sue intemperanze: “Mi ha poi mandato una lettera di scuse da una comunità, lo scorso anno” fa sapere il 69enne, spiegando che lo ha perdonato “perché credo nella giustizia riparativa”. Anzi, gli ha anche scritto qualche riga per incoraggiarlo sul cammino intrapreso, nella speranza che l’ex “bullo” di quartiere ne faccia tesoro.
La giustizia, intanto, deve fare il suo corso. In tribunale è stato sentito, tra gli altri, un giovane che dopo essere andato a trovare un collega di lavoro era incappato in una brutta sorpresa. La sua auto, parcheggiata in corso Trento, aveva graffi su tutta la fiancata destra, dalla parte anteriore fin quasi al fondo: “Non ho visto nessuno, ma sull’auto c’era un biglietto con scritto ‘so chi ti ha graffiato l’auto’ e un numero di telefono”. Il ragazzo che aveva risposto avrebbe spiegato di aver già avuto problemi con il presunto responsabile, noto nel vicinato per quel genere di danneggiamenti: “In quel momento - ha raccontato il testimone - non avrei nemmeno voluto fare denuncia, perché era solo un graffio. Penso che il ragazzo sia poi andato dai carabinieri abbia indicato il mio nome”.
A una signora di origini marocchine, in viale Regina Elena, era capitato invece di incontrare di persona il turbolento frequentatore del vicinato: “Ero in strada con mia cognata e i bambini. Quell’uomo mi ha fermato chiedendo una moneta, l’avevo visto una sola volta. Gli ho spiegato che non ce l’avevo ma lui insisteva, è sopraggiunto un mio connazionale e lo ha affrontato, finché non sono arrivati i carabinieri”. Poi c’è il 69enne di cui si parlava in apertura, un uomo residente in viale delle Alpi. Mentre parlava tranquillo con un amico, seduto su una panchina, era stato avvicinato da un individuo più tardi identificato in A.S.: “Si è avvicinato chiedendo una sigaretta, gli abbiamo detto che non ce l’avevamo e lui ha estratto un taglierino. Ci accusava di aver guardato la sua donna e diceva ‘io ti sfregio’. Era chiaramente alterato. Nel frattempo è passato un ragazzo che ho poi saputo essere un militare e ha chiesto anche a lui una sigaretta: lui ha detto di no ed è stato minacciato a sua volta”.
In mano, ha spiegato, teneva una lama di quattro o cinque centimetri con un manico in resina. I carabinieri, allertati dai due passanti, gliel’avevano trovata addosso poco dopo. Il 14 maggio verranno ascoltati i testi che non hanno ancora deposto sui fatti.
Andrea Cascioli
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