La truffa corre sul filo: ora c’è chi telefona “clonando” il numero della tua banca
Si chiama spoofing ed è l’ultima trovata nel settore dei raggiri: “Non date mai le credenziali, istituti bancari e Poste non le chiedono al telefono” ricorda la PostaleSiamo abituati da tempo ad avere a che fare con truffe telefoniche di ogni genere: una ancor più insidiosa delle altre si chiama “spoofing” e comincia con una falsificazione dell’identità da parte di chi chiama.
Gli autori delle chiamate riescono a schermare il proprio recapito dietro ai numeri verdi di istituti di credito o delle Poste Italiane. Chi risponde, perciò, ha motivo di credere di parlare davvero con la propria banca: “Esistono diverse applicazioni per farlo ed è difficile risalire a chi sta commettendo la truffa” spiega il sovrintendente capo Cristiano Regolo della Polizia Postale di Cuneo. Come ci si difende da un raggiro del genere? L’unico modo è sincerarsi di aver davvero parlato con un operatore qualificato, chiedendo una conferma alla banca o recandosi fisicamente allo sportello. Ma una regola va tenuta presente in ogni caso: mai comunicare a nessuno i propri dati per telefono. “Bisogna tener presente che la banca o le Poste non chiamano mai a casa per chiedere le credenziali segrete del conto” precisa il dirigente della Postale. Ad alcune persone, ad esempio, è stato svuotato il conto corrente raccontando che la banca era stata vittima di un attacco hacker o che il conto era bloccato e andava perciò cambiato.
Tra le truffe più datate, ma sempre efficaci, c’è la chiamata “di emergenza”. È un trucco infido che fa presa soprattutto sul panico che assale le persone anziane quando si sentono dire da sedicenti poliziotti, avvocati e simili che il proprio figlio o nipote - per esempio - ha provocato un incidente, ma tutto si può aggiustare in cambio di un versamento immediato di denaro per coprire i danni della controparte: “Queste persone sono veramente brave a creare il panico nella persona che riceve la chiamata e a metterla in allarme”. La fattispecie, fa sapere la Questura, è in aumento nell’ultimo periodo. Ci sono poi numerose truffe sia sulle finte ricariche al bancomat, dove chi crede di ricevere soldi in realtà li sta versando, che sul trading online.
Queste ultime sono insidiose non solo per le fasce più deboli, come gli anziani, ma in tutte le classi di età. L’ultimo caso in provincia riguarda un uomo di quarant’anni che ha creduto di investire 15mila euro nell’arco di tre giorni, ma si è ritrovato un pugno di mosche. La vittima era stata agganciata con un classico sms e aveva scaricato una app fasulla che rimandava a un sito, a sua volta falsificato per far apparire i criminali come credibili traders: per giunta, gli era stato assicurato che gli investimenti sarebbero stati “spalmati” su sei mesi, quando in realtà venivano prelevati all’istante.
Con le vacanze arrivano anche le truffe più legate al periodo estivo, come i finti annunci per alloggi al mare: qui il consiglio è di fare attenzione sia all’acquisto di smart box, sia all’affitto di case - anche sui siti più accreditati - quando vediamo che il prezzo è troppo conveniente e le recensioni scarseggiano. Onde evitare “visite” sgradite mentre si è in ferie è bene non condividere sui social i propri spostamenti e non cedere copie dei propri documenti online, perché possono essere utilizzati per aprire conti correnti e intestare schede telefoniche, con cui si realizzeranno altre truffe a catena. Lo scorso anno gli agenti della Postale hanno ricevuto la denuncia di una ragazza che aveva fotocopiato i propri documenti, allegandoli a un curriculum online: a suo nome - e a sua insaputa - erano stati aperti una trentina di conti.
Il settore delle truffe gode purtroppo di una salute invidiabile, anche a fronte di una generale diminuzione dei reati in altri ambiti. Lo scorso anno il falso trading online è costato 2 milioni e 400mila euro alle vittime in provincia di Cuneo. Dall’inizio di quest’anno siamo già arrivati a 720mila euro calcolando solo l’ammontare denunciato alla Sezione di Cuneo della Polizia Postale, cui vanno sommati i numeri della Questura e dei Carabinieri. Cifre da autentici colossi del crimine.
Andrea Cascioli
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