Minacciò i passanti con un coltello, per l’ex richiedente asilo di Bene Vagienna c’è una multa
Il fatto, immortalato dalle telecamere, aveva creato un caso mediatico. Il pm aveva chiesto di sanzionare solo il porto d’armi: “Non c’era una minaccia specifica”Non i due mesi di arresto che aveva chiesto l’accusa, per uno solo dei due reati contestati, ma una multa di 400 euro - a pena sospesa - sia per la minaccia che per il porto d’armi. La sentenza del giudice Anna Gilli chiude così, almeno in primo grado, la vicenda dell’ex richiedente asilo ripreso mentre brandiva un coltello contro alcuni passanti a Bene Vagienna.
“Sono uscito con il coltello perché stavo cucinando. Non volevo minacciare nessuno” si è giustificato davanti al giudice l’uomo di nazionalità nigeriana, arrivato in Italia nel 2019 e inserito in un percorso di integrazione per richiedenti asilo. A Bene Vagienna ha trovato casa e lavoro, nell’ambito della ristorazione. Alle spalle il trauma di una rapina subita nel periodo in cui viveva ad Asti, che gli è costata la perdita di un occhio. Il video che lo ha immortalato quel giorno di ottobre del 2022, filmato da una telecamera privata, è rimbalzato dalle chat di Whatsapp ai social, da lì fino agli studi televisivi. Gli inviati di Fuori dal Coro, in particolare, si sono recati più volte nella città augustea per approfondire il “caso mediatico”.
“Sono ancora spaventata adesso a vederlo: se lo incontro mi vengono le palpitazioni” ha raccontato una signora. All’incrocio tra via Vittorio Emanuele e via Beata Paola, ha riferito, aveva sentito Osazuwa urlare insulti da una finestra, mentre si recava in ambulatorio con l’anziana madre: ne era seguito uno scambio di frasi accese. Al ritorno, la signora aveva chiamato i carabinieri, dopo aver appreso da un’altra persona che il nigeriano stava cercando di rimuovere alcuni paletti dal manto stradale: “Mentre ero al telefono me lo sono vista arrivare contro con un coltello, ho urlato ai carabinieri ‘ha un coltello, mi ammazza’: non potevo ripararmi da nessuna parte”. Dopo essersi arrestato per alcuni istanti, Osazuwa era tornato in un secondo tempo di nuovo con il coltello: “Aveva lo spazzolino da denti in bocca e la schiuma che gli usciva dalla bocca: urlava qualcosa di incomprensibile, l’ho guardato e ho visto che gli mancava l’occhio destro. Ho alzato le mani, dicendogli ‘stai tranquillo, torna a casa tua”.
Per il pubblico ministero Gianluigi Datta quella dell’imputato è “una situazione personale particolarmente grave e disagiata”. Nondimeno, ha aggiunto, portando con sé un coltello fuori dalle mura di casa ha violato la legge sul porto d’armi. Discorso diverso riguardo alla minaccia: “A prescindere dal fatto che le signore si siano sentite spaventate, - ha argomentato il pm - bisogna vedere se nell’azione si possa ravvisare la minaccia, soprattutto sulla scorta di quello che abbiamo visto nel video”. La risposta che la Procura ha dato è negativa: “Ce l’aveva con tutti, non con una persona in particolare”.
“Era molto stanco e nervoso per essere stato disturbato da diversi tipi di rumori e persone che avevano suonato il campanello” ha precisato l’avvocato Nicola Ferrua Magliani, legale dell’imputato. Il coltello, a giudizio della difesa, era impugnato “per mostrare di essere in situazione di forte stress, minacciando perfino di uccidersi”. In un’udienza precedente la difesa aveva anche menzionato il fatto che Osazuwa affermasse di “essere stato istigato spesso dagli abitanti del quartiere in cui viveva: non si sentiva accettato nella zona”.
Andrea Cascioli

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