Novemila euro di gasolio “pagati” con un assegno falso: due condanne per truffa
Autori della “stangata” sono un fossanese e un benese, già protagonisti secondo le accuse di vari episodi analoghi ai danni di imprenditori della GrandaAveva consegnato gasolio per circa 9600 euro presso una cascina nella frazione fossanese di Loreto, ricevendo in cambio un assegno. Quando però si è recato in banca per riscuoterlo è arrivata la doccia fredda: pagamento bloccato, perché la persona che l’aveva firmato risultava detenuta in carcere da oltre tre mesi.
Inutile rivolgersi al “cliente”, dal momento che nella cascina, un paio di giorni dopo, era già sparito tutto: nessuna traccia della cisterna né del carburante. Così a un imprenditore di Morozzo non è rimasto altro da fare che presentare denuncia, nei confronti del truffatore presentatosi con il nome di un ignaro imprenditore alessandrino. Un indizio importante è arrivato da un anziano signore che a Loreto si era presentato come il padre di un certo G.M.: “Mi ha detto che il gasolio in realtà era per un’altra persona, una persona che conoscevo perché mi aveva truffato due anni prima” ha raccontato al giudice la vittima del raggiro. Il benese C.G., classe 1972, è la persona in questione: anche lui si è ritrovato accusato di truffa insieme a G.M., classe 1966, col quale è stato imputato in svariati processi. A denunciarli per una truffa sul gasolio, oltre al morozzese, anche un’azienda di Centallo che ha in seguito ritirato la querela.
Il maresciallo capo Chiara Boasso ha condotto gli accertamenti a carico dei sospettati: “Li ho collegati in primo luogo per il modus operandi, la quantità di gasolio richiesto e il numero di telefono forniti erano gli stessi già utilizzati in una truffa analoga. La scheda telefonica, intestata a un soggetto straniero irreperibile, mostrava un traffico consistente”. In un fascicolo fotografico G.M. era stato riconosciuto come la persona presente all’atto della consegna e che aveva fornito l’assegno: l’indirizzo peraltro corrispondeva a quello della sua abitazione e la cisterna era la stessa qui ritrovata, vuota. Assegni riferiti a due soggetti detenuti erano stati utilizzati anche per altri acquisti di gasolio presso aziende di Bra e Dogliani, per circa undicimila euro in tutto. Si sa per certo che C.G. conoscesse almeno uno dei due pregiudicati e che una consegna, quella effettuata dal fornitore di Centallo, fosse avvenuta presso il suo domicilio.
“Questo materiale è finito all’interporto di Torino per forniture dirette in Romania, dunque si sa che C.G. ha agito per conto terzi” ha affermato durante la requisitoria il sostituto procuratore Pier Attilio Stea. Per C.G. è stata chiesta la condanna a un anno e otto mesi con 800 euro di multa, mentre a carico di G.M. il pubblico ministero ha proposto un anno di reclusione e 300 euro di multa. Alle richieste si è associato l’avvocato Caterina Montanari per la parte civile, chiedendo la rifusione dei danni. L’avvocato Elisa Gastaldi, che difendeva il fossanese G.M., ha affermato che costui si sarebbe limitato a “fare una cortesia all’amico, facendo consegnare il gasolio presso la sua abitazione”. Per la difesa del coimputato di Bene Vagienna, l’avvocato Luisa Marabotto ha ricordato che “C.G. non era presente alla consegna, non ci si può basare perciò sulle similitudini e sul modus operandi”.
Il giudice Sandro Cavallo ha infine condannato G.M. a dieci mesi e 500 euro di multa con sospensione della pena subordinata al pagamento dei danni, mentre per C.G. la condanna è stata fissata in un anno e un mese più 650 euro di multa. Entrambi dovranno rifondere al truffato i danni.
Solo poche settimane fa i due erano stati assolti dal tribunale di Cuneo per una sostituzione di persona, contestata nell’ambito di un episodio analogo. Lo scorso anno invece erano stati ritenuti colpevoli di spendita di denaro falso ai danni di una trattoria di Trinità.
a.c.
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