Perse una gamba dopo il duplice incidente in autostrada: tre guidatori a processo
Il tecnico idraulico 43enne si trovava su un camioncino insieme al padre e al fratello. Dopo un tamponamento furono urtati da un’altra auto in arrivoHa testimoniato stamani in tribunale il ferito più grave tra i sei provocati dallo spaventoso incidente avvenuto lungo l’autostrada A6, nella prima mattina del 28 settembre di tre anni fa.
L’uomo, un tecnico di impianti idraulici all’epoca 43enne, procedeva verso Mondovì sul camioncino guidato dal fratello. A bordo del mezzo anche il padre: i tre erano di ritorno a Roccaforte Mondovì dopo aver portato a termine un lavoro a Torino. Erano all’incirca le ore 6,20 ma era ancora buio. Nel tratto autostradale di Bene Vagienna, poco dopo l’uscita per Fossano, il veicolo guidato da I.L. aveva incominciato una manovra di sorpasso nei confronti della Lancia Y di R.G.: “Mio fratello ha cominciato a superarlo ma all’improvviso si sono accese le luci di frenata. L’auto si è spostata di poco verso sinistra e il nostro camion l’ha agganciata con il lato anteriore destro. Impossibile evitare l’urto”.
L’auto era carambolata lungo la carreggiata fermandosi sulla corsia di sorpasso, mentre il conducente del camioncino era riuscito ad accostare alcune centinaia di metri più avanti. Tutti e tre gli occupanti erano quindi scesi dal mezzo per sincerarsi delle condizioni dei passeggeri della Lancia. “Siamo andati davanti al veicolo - ricorda il passeggero - ma non si vedeva nulla. Mi sono spostato verso il guard rail del ponte e ho fatto appena in tempo a sentire mio padre dire che stava arrivando un’altra macchina. Questa è andata a sbattere contro il nostro camion che si è spostato in avanti e mi ha schiacciato le gambe contro il guard rail”.
Trasportato in codice rosso all’ospedale di Cuneo, il 43enne aveva subito l’amputazione della gamba destra. Nel duplice incidente erano stati feriti in modo meno grave anche suo fratello e una 40enne di Beinasco, entrambi in codice giallo. Altri tre feriti, due dei quali ricoverati, erano stati classificati con un codice verde. A processo con l’accusa di lesioni colpose gravissime ci sono ora il conducente del camioncino, I.L., il guidatore della Lancia Y, R.G., e anche l’automobilista sopraggiunto a bordo di una Fiat Sedici, S.P., quella scontratasi con il camion fermatosi - a detta dei suoi occupanti - in corsia di emergenza.
Entrambi i passeggeri del camion concordano nell’affermare che il mezzo carico viaggiava all’incirca a 110 km/h e che alcune auto prima della Fiat Sedici avrebbero sorpassato il veicolo fermo accorgendosi della sua presenza, benché fosse buio. Al momento del secondo incidente nessuno indossava ancora i giubbotti catarifrangenti. Secondo i due testimoni, inoltre, la Lancia Y tamponata avrebbe invaso - seppur di poco - la corsia di sorpasso: un’affermazione contestata dalla difesa di R.G. che ha rilevato invece come il punto d’urto fosse stato individuato sulla corsia di destra.
I consulenti delle parti si confronteranno in proposito il prossimo 5 aprile.
a.c.
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