Rigò le auto in sosta di vicini e sconosciuti, ma se la cava con un’ammenda per il coltello
Nei confronti del fossanese è caduta anche l’imputazione di minaccia ai danni di due passanti. Resta la sanzione pecuniaria per l’armaNiente condanna per i danneggiamenti a due auto in sosta, grazie alla legge Cartabia. La riforma ha infatti reso improcedibile una delle imputazioni che erano state contestate a un fossanese, A.S., finito a processo anche per una minaccia con il coltello e per porto abusivo d’arma.
Solo per quest’ultimo reato, alla fine, il giudice Lorenzo Labate lo ha condannato a un’ammenda di 800 euro che potrà estinguere in dieci rate. Dei due danneggiamenti contestati uno è caduto perché il proprietario non aveva sporto querela (prima della riforma, infatti, il reato veniva perseguito d’ufficio), un altro perché il fatto non sussiste. In entrambi i casi le “vittime” erano vicini di casa, un giovane macedone residente a Saluzzo e un immigrato africano, scelti a quanto pare senza un criterio preciso. A.S., ha spiegato un maresciallo dei carabinieri in udienza, era conosciuto nella zona di corso Trento “come soggetto che in quel periodo aveva provocato vari interventi, per problematiche con i residenti e con i passanti”.
A una signora di origini marocchine, nello stesso anno 2021, era capitato di incontrare il turbolento frequentatore del vicinato in viale Regina Elena: “Ero in strada con mia cognata e i bambini. Quell’uomo mi ha fermata chiedendo una moneta, l’avevo visto una sola volta. Gli ho spiegato che non ce l’avevo ma lui insisteva, è sopraggiunto un mio connazionale e lo ha affrontato, finché non sono arrivati i carabinieri”.
Più grave la minaccia con il coltello ai danni di due persone, sedute su una panchina in viale delle Alpi. Uno di loro, un 69enne, ha raccontato di essere stato avvicinato mentre chiacchierava con l’amico. L’uomo avrebbe dapprima chiesto una sigaretta: “Gli abbiamo detto che non ce l’avevamo e lui ha estratto un taglierino. Ci accusava di aver guardato la sua donna e diceva ‘io ti sfregio’. Era chiaramente alterato. Nel frattempo è passato un ragazzo che ho poi saputo essere un militare e ha chiesto anche a lui una sigaretta: lui ha detto di no ed è stato minacciato a sua volta”. In mano, ha spiegato, teneva una lama di quattro o cinque centimetri con un manico in resina. L’ipotesi di minaccia con il coltello è stata ritenuta dal giudice di particolare tenuità, di conseguenza l’imputato è stato prosciolgo anche da tale accusa.
Il 69enne aveva comunque dichiarato di aver perdonato il “bullo”: “Ha poi mandato una lettera di scuse da una comunità e io l’ho perdonato, perché credo nella giustizia riparativa”. Nella missiva di risposta, l’uomo lo aveva incoraggiato a proseguire il suo percorso di riabilitazione, concludendo con la frase “per fortuna abbiamo l’opportunità di rinascere molte volte durante la nostra vita”.
Andrea Cascioli

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