Sale sull’auto e investe un conoscente dopo una lite: arriva la condanna
Il diverbio tra due maghrebini nel centro di Fossano, nell’estate 2021. La vittima ha spiegato di essere intervenuta per difendere un altro da un’aggressioneÈ un racconto sconcertante quello ascoltato in tribunale sui fatti avvenuti nell’estate 2021 a Fossano, in piazza Romanisio. Qui, nella notte tra il 13 e il 14 agosto, una lite è sfociata in un investimento: “Avevamo litigato e lui è salito in auto e mi ha investito” ha riferito la vittima, un cittadino maghrebino oggi detenuto alle Vallette.
Destinatario delle accuse un altro marocchino, M.E.G., col quale già in precedenza c’erano stati dissapori. Quella sera tutto sarebbe nato da un’aggressione: “Era con altri due, aveva tirato uno schiaffo a un nostro connazionale. Io mi sono messo in mezzo, quando ho provato ad andarmene lui e salito in auto e mi ha investito”. All’inizio, ha aggiunto il ferito, non aveva nemmeno rivelato il nome del suo investitore: “Volevo vendicarmi. Anche quando sono andato in ospedale mi hanno chiesto chi fosse, ma non ho detto niente”.
L’autore della denuncia aveva rimediato una rottura dei legamenti del ginocchio. A fornire qualche riscontro alla testimonianza da lui resa i ricordi di una passante: “Ero con il mio ragazzo e i miei cani. Stavamo tornando a casa quando abbiamo sentito le urla”. La giovane ha spiegato di non aver assistito all’incidente, ma di aver udito un botto e invocazioni di aiuto: “Era una grossa auto nera, non ho visto chi la guidasse. È passata accanto al ferito e con il conducente si sono detti qualcosa in arabo, poi è andata via”. In base ai riscontri del querelante, i carabinieri avevano individuato dalle telecamere l’auto del sospettato, mentre rientrava nella sua abitazione di corso Trento, intorno alle 3,20 di notte. M.E.G., classe 1986, ha negato di aver mai visto la persona offesa: “Non conosco quel ragazzo e non frequento piazza Romanisio. Quel giorno ero andato al mare con la mia fidanzata, siamo tornati verso le undici”.
Per lui il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei mesi di carcere: “L’investimento è provato e l’auto è compatibile con quella dell’imputato, ripresa dalle telecamere. Anche il percorso è compatibile con l’episodio avvenuto in piazza Romanisio”. La difesa ha bollato come “poco lineare e poco chiaro” il motivo della lite e del successivo investimento, così come le ragioni che avrebbero spinto la parte offesa a non denunciare subito il fatto: la richiesta era quindi di riqualificare il reato in lesioni colpose. Il giudice, all’esito dell’istruttoria, ha condannato il 36enne imputato a un anno di reclusione.
a.c.
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