Troppi avvocati in aula, rinviata la prima udienza nel processo per il crollo del viadotto di Fossano
Impossibile assicurare il rispetto delle norme anti-Covid: per questo il gup Sabrina Nocente ha indicato una nuova data nel procedimento per disastro colposoTutto da rifare nell’udienza preliminare del processo per il crollo del viadotto sulla tangenziale di Fossano. L’eccessivo affollamento dei difensori in aula, in violazione delle norme anti-Covid, ha indotto il gup Sabrina Nocente a rinviare l’udienza prevista in origine per lo scorso giovedì 10 dicembre.
La decisione sul rinvio a giudizio dei sedici indagati per concorso in disastro colposo slitta così al 16 aprile, antivigilia del quarto anniversario dal crollo del cavalcavia al chilometro 61,3 della Strada Statale 231. Per quella vicenda la Procura di Cuneo ha chiesto di processare dieci capo cantonieri e capo nucleo dell’Anas insieme a sei dipendenti di aziende private, la padovana Grassetto spa (controllata del gruppo Gavio) che eseguì i lavori e la Ingegner Franco spa che fornì i conci prefabbricati in cemento per la costruzione dello svincolo.
Il sostituto procuratore Pier Attilio Stea ha avviato in questi tre anni e mezzo tre diversi filoni d’inchiesta sulle presunte responsabilità nel disastro, avvenuto solo sedici mesi prima della tragedia del ponte Morandi di Genova. L’ipotesi della pubblica accusa è che ci sia stata negligenza e imperizia nelle operazioni di iniezione della boiacca nelle guaine dei cavi di precompressione che servivano da sostegno e collegamento strutturale tra i componenti del cavalcavia. In seguito a questi errori - e all’omesso controllo di chi avrebbe dovuto sovraintendere all’esecuzione dei lavori - si sarebbe verificato un indebolimento strutturale nelle parti dei cavi rimaste scoperte, con un progressivo logoramento fino al crollo del 18 aprile 2017.
a.c.
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