Bimbo investito a Mondovì, il pm chiede la condanna per due automobilisti
Oltre all’investitore, è finito a processo l’autista di un furgone parcheggiato a bordo strada: “Ma il bambino uscì all’improvviso” sostiene il perito del tribunale“È un processo alla fretta quotidiana che ci induce a essere imprudenti” sintetizza il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, formulando due richieste di pena per i presunti responsabili dell’investimento di un bimbo di sette anni.
Alla sbarra insieme a C.M., l’investitore, è finito anche A.E., lo zio del piccolo, che attendeva il nipote nel suo furgone in sosta su via Cottolengo. Era la mattina del 27 settembre 2018 e anche C.M. stava accompagnando suo figlio a scuola, dirigendosi verso il quartiere Carassone. La strada è priva di marciapiedi e piuttosto stretta, ancorché a doppio senso di marcia: C.M. aveva investito il bimbo mentre superava il furgoncino fermo sulla sua corsia di marcia, con le quattro frecce innestate. Per il piccolo ferito quella disavventura si era chiusa con una doppia frattura alla gamba destra e un’escoriazione sul piede destro, con prognosi di 90 giorni.
Per dirimere la questione il giudice ha nominato un consulente, il quale ha deposto stamane riguardo agli esiti della sua perizia. Il bambino, sostiene, si sarebbe gettato in strada all’improvviso senza lasciare a C.M. il tempo di frenare. Ciononostante il procuratore ha chiesto per entrambi gli imputati la condanna a due mesi di reclusione, con pena sospesa. Entrambe le condotte, sebbene non sanzionate dal codice della strada, sarebbero state “altamente imprudenti”: “L’autista del furgone doveva prevedere che qualche auto volesse sorpassarlo, dato che si era fermato ed era in prossimità di una curva cieca. Quanto all’automobilista, non avrebbe dovuto effettuare quella manovra di sorpasso”. L’avvocato Rocco Sardo, difensore di parte civile, ha affermato di condividere gli argomenti dell’accusa pur distinguendo tra le due posizioni: “Evidente che la causa dell’incidente sia stata l’imprudenza nel sorpasso. Il bambino non poteva aspettarselo. Entrambi gli imputati sono stati imprudenti, ma solo uno dei due ha violato le norme”.
Diverso il parere dell’avvocato Stefania Martino, nominata dal responsabile civile: “La perizia esclude la responsabilità di C.M.: la manovra dell’automobilista non è stata sprovveduta. Il furgone era fermo e lui aveva spazio per sorpassare, andando a una velocità inferiore ai 30 km orari. Imprudente è stato il guidatore del furgone che avrebbe potuto parcheggiare sulla piazza o nel posteggio poco distante”. Concorda l’avvocato Federica Mantella, legale di C.M.: “C’era un ostacolo da sorpassare a velocità molto ridotta. L’automobilista lo ha fatto e non è stato sanzionato per questo”. Per il difensore di A.E., avvocato Nicola Schellino, “solo sul lato di marcia del furgone c’era possibilità di fermata. Avrebbe dovuto parcheggiare dal lato opposto? No, perché avrebbe tagliato la carreggiata con una manovra pericolosa”.
La parte civile ha quantificato il risarcimento nella somma di 80mila euro, qualora il giudice pronunciasse un verdetto di condanna. La sentenza è attesa per il 3 giugno.
a.c.
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